• Cultura
  • A Vanessa Di Mella il premio letterario “Macca Saracena”

    La cultura è il collante più forte per lo sviluppo sociale ed economico. Partendo da questa convinzione un gruppo di persone dotate di buona volontà e notevole impegno ha dato vita all’Associazione “Maccla Saracena” (antico nome di Macchia d’Isernia) che nella sezione “LA CULTURA AIUTA I BORGHI” per iniziativa del Prof. Giulio de Jorio Frisari ha istituito un premio per tesi di laurea o tesi di dottorato dedicato al Prof. Giusto Siravo. Tale premio è stato promosso dall’Istituto Molisano Studi e Ricerche conferendo il patrocinio e sviluppandone la parte ideativa e scientifica. L’iniziativa coinvolge personalità del mondo della ricerca scientifica e umanistica e vuole individuare lavori di tesi universitarie sui tre livelli, a turno, dottorato, magistrale e triennale. Si vuole innescare un circolo virtuoso che dovrà far nascere lavori su temi universali, ma tali da coinvolgere la memoria locale presente a Macchia d’Isernia.
    La tesi di laurea premiata quest’anno è stata realizzata della studentessa, ormai dottore, Vanessa Di Mella, che ha elaborato il testo per la cattedra di genetica del prof. Fabio Pilla, ed ha individuato la presenza di mandorli nell’area di Macchiagodena – Frosolone, cioè in territorio di montagna della dorsale appenninica centro meridionale. Questo lavoro rivela come sia nato l’artigianato della confettatura: all’ombra delle grandi casate feudali i prodotti venivano elaborati, poi, con il diffondersi della moda, sorgevano le ditte artigiane.
    La premiazione è avvenuta presso il salone delle feste del castello di Macchia di Isernia alla presenza del Consigliere Regionale delegato alla Cultura, Domenico Ioffredi, nel corso di un convegno presieduto dalla scrittrice Maria Pia De Martino e che ha visto la partecipazione di circa trecento persone; nella stessa occasione sono stati premiati anche i lavori di Gilberto Marconi, Silvia Jovine e Alessia Iannicelli.
    L’importanza della tesi della dottoressa Vanessa Di Mella da Macchiagodena sta nel fatto che recupera una memoria e ne cura la salvaguardia. Notevole è anche il fatto che il lavoro incrocia le esigenze produttive, riferite alla qualità ed alla identità, della importante e premiata azienda “Papadolceamaro” dei fratelli Papa dottor Silvano e cavaliere Claudio. Proprio questo è uno dei principi che muovono la sezione “LA CULTURA AIUTA I BORGHI”, ideata da Giulio de Jorio Frisari: la cultura, lo studio della memoria, la ricerca agronomica e genetica e ogni altro approfondimento scientifico, se messi tra di essi in relazione, risultano molto utili anche allo sviluppo economico di alta qualità ovvero al tanto sbandierato made in Italy.
    Le memorie storiche di Macchia Saracena conservano la gastronomia dei prodotti da mandorle: nel settecento le produzioni di Frosolone e Macchia Saracena erano riunite da un’unica organizzazione feudale, per cui i confetti fatti in casa, il gateau mandorlato, e anche dei pasticcini duri tipo dragees, fatti di mandorle e cioccolato, ma anche i formaggi e altri prodotti erano uniti da una specifica memoria feudale, dalla memoria genealogica dei baroni D’Alena.
    Anche Giacomo Leopardi nel suo periodo napoletano andava ghiotto per i confetti di Sulmona – il luogo appenninico più celebre – dove molte famiglie del grande potere feudale e anche della potente borghesia rurale facilitarono il diffondersi del commercio di quei dolci.

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