RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO da Fabio Mucilli in merito alla proposta di riunificazione tra le due regioni Abruzzo e Molise.
ABRUZZI E MOLISE: NON DOVRA’ TRATTARSI DI “ANNESSIONE”, TUTT’ALTRO!
Innanzitutto ringrazio davvero la giornalista Giovanna Ruggiero di essersi fatta interlocutrice e di aver espresso in modo argomentato il suo pensiero sulla proposta di fusione delle attuali Regioni Abruzzo e Molise: il dialogo ed il confronto sulle questioni sono sempre preziosi, in quanto condizioni essenziali perché possano essere esplicitati al meglio i vantaggi e gli svantaggi, le criticità e le opportunità, i rischi e le aspettative; il tutto però a condizione che, ad un certo punto, chi è deputato ad esprimersi sulla questione sia messo in condizione di farlo.
E’ l’einaudiano “conoscere per deliberare”, che costituisce a mio giudizio l’essenza della questione.
Infatti la proposta-invito è stata trasmessa ai Sindaci ed ai Consiglieri comunali di Agnone, comune molisano, e Castiglione Messer Marino, comune abruzzese (e per opportuna e doverosa conoscenza ai Presidenti delle Regioni Abruzzo e Molise, che avendo nelle loro mani la rappresentanza e le redini del governo regionale sono comunque interlocutori essenziali).
Questo per una precisa ragione di metodo e di sostanza: esiste, infatti, una sola modalità per procedere alla fusione di Regioni (o alla creazione di nuove) ed è quella prevista dall’art. 132 della Costituzione: “tanti consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate” devono richiedere la convocazione di un referendum sulla proposta di fusione e tale “proposta deve essere approvata dalla maggioranza delle popolazioni stesse”; solo in quel caso, con legge costituzionale, il Parlamento può disporre “la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti”.
Ed il nocciolo della questione è a mio parere già tutto esplicitato: non è forse venuto il momento di chiedere ai molisani e agli abruzzesi se vogliono lasciare le cose come stanno o se vogliono tornare alla formulazione originaria prevista nella Costituzione del 1948, cioè un’unica Regione “Abruzzi e Molise”?
Allora, ben venga un momento pubblico di discussione e approfondimento, dove esplicitare le ragioni delle opposte tesi, del mantenimento della situazione così come è ora o della costituzione di un’unica Regione (ed in questo senso la proposta-invito ai Comuni di Agnone e di Castiglione Messer Marino, Comuni di “confine”, “aree interne” per eccellenza, è di farsi promotori ed organizzatori di una conferenza sul tema, coinvolgendo le Università abruzzesi e molisane, le istituzioni locali, il mondo dell’economia), ma ritengo che sia ormai giunto il momento di consentire finalmente alle popolazioni interessate di esprimere la loro opinione, attraverso il referendum previsto dalla carta costituzionale.
Pertanto il problema non è se la proposta sia “tardiva” (nel 1996, quando il Consiglio comunale di Castiglione Messer Marino si espresse in tal senso, mi si disse da diversi fronti che la proposta era al contrario “prematura”) o che altre siano le cose importanti e cogenti (le riforme, soprattutto quelle istituzionali, non sono mai “attraenti”, perché è difficile percepirne I possibili effetti nell’immediato); piuttosto, è necessario (e forse urgente), in un momento in cui la tendenza generale è di togliere a questi “scomodi e fastidiosi cittadini” la possibilità di scegliere sulle cose che li riguardano (il caso attualissimo delle “elezioni” – sic! – provinciali è sotto gli occhi di tutti), fare in modo da consentire ai molisani e agli abruzzesi di dire la loro e di rispettare poi (così come è previsto in Costituzione) la loro decisione.
Da parte mia ritengo questo aspetto fondamentale, ancor prima del merito della questione, sulla quale ad ogni modo, in risposta alle argomentazioni della dott.ssa Giovanna Ruggiero, mi sento solo di far presente in questa sede che non di “annessione” dovrà trattarsi, bensì di costituire un’istituzione regionale adeguata per rispondere ai suoi criteri ispiratori, meglio attrezzata per affrontare in modo efficace le sfide contemporanee ed inserirsi a pieno titolo nelle strategie di livello europeo (mi riferisco, solo a titolo di esempio, alla regione euro adriatica).
Pesi e contrappesi, equilibri territoriali, modalità rappresentative, potranno essere stabiliti nello Statuto della futura Regione: ma questa, sì, è questione oggi prematura.
Adesso è invece il momento di consentire ai cittadini abruzzesi e molisani di esprimersi sulla scelta di fondo: da qui la proposta-invito ai Consigli comunali di Agnone e di Castiglione Messer Marino di avviare il procedimento previsto dall’art. 132 della Costituzione deliberando, in uno alla promozione della conferenza-dibattito, la richiesta di referendum da sottoporre all’attenzione dei consigli comunali abruzzesi e molisani.
Fabio Mucilli