“Anch’io sono la protezione civile”, il progetto organizzato dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con le organizzazioni nazionali e locali di volontariato approda, per il decimo anno consecutivo, al netto della pausa obbligata dovuta alla pandemia, anche ad Agnone. A darne notizia l’infaticabile Mario Petrecca, capo del locale nucleo di Protezione civile collegato all’Associazione nazionale Carabinieri.
«Siamo giunti quest’anno alla decima edizione di questo importante progetto pensato per i ragazzi e i giovani. – spiega alla nostra redazione Petrecca – A causa dell’emergenza sanitaria nazionale dovuta alla pandemia da Covid siamo stati fermi per tre anni, quindi questa edizione è ancora più importante per noi e per i ragazzi di Agnone, ma non solo, che vi partecipano. E infatti abbiamo avuto un buon riscontro di partecipazione, sono trenta i ragazzi, dai nove ai quattordici anni, che sono ospiti per una settimana presso la sede operativa della Protezione civile».
I ragazzi, inquadrati quasi militarmente, con tanto di alzabandiera al mattino con l’inno nazionale, vivranno un’esperienza a contatto diretto con i volontari e i mezzi della Protezione civile. Anzi, lo stanno già facendo, perché il campo scuola è in pieno svolgimento. Lezioni teoriche, sui principi ispiratori del volontariato nella Protezione civile, ma anche e soprattutto pratiche, con l’impiego di mezzi e attrezzature e lo svolgimento delle varie tecniche operative utilizzate nei vari scenari, dai terremoti, agli allagamenti, alle abbondanti nevicate, gli incendi e via elencando.
«Oltre alle tante attività tecniche e fisiche, – spiega ancora Mario Petrecca – i ragazzi che partecipano al campo della Protezione civile stanno vivendo a stretto contatto con le Forze dell’ordine e con gli operatori del soccorso tecnico urgente. Abbiamo infatti già fatto visita al distaccamento della Polizia stradale di Agnone e alla caserma dei Vigili del fuoco. I ragazzi hanno potuto visionare da vicino i mezzi in dotazione e respirare, per qualche ora, il clima della caserma, nell’accezione positiva ed educativa del termine».
Disciplina, onore, senso dello Stato e rispetto delle istituzioni, affetto e gratitudine per chi indossa una divisa, disponibilità e aiuto per chi ha bisogno, mettersi a disposizione dell’altro: questi gli insegnamenti, che forse in nessuna altra istituzione educativa al giorno d’oggi si posso apprendere, che il campo della Protezione civile di Agnone cerca di trasmettere, con l’esempio prima di tutto, ai ragazzi partecipanti. Inoltre, dato non da poco, per tutta la durata del campo i ragazzi saranno senza telefono, una sorta di disintossicazione dalla tecnologia sempre più invasiva e alienante.
«Giovedì avremo la visita del personale dell’Esercito, che terrà delle lezioni teoriche e operative ai ragazzi, e la presenza di sua eccellenza la Prefetto di Isernia, Franca Tancredi, che ha accettato volentieri il nostro invito a rimanere a pranzo insieme ai volontari e soprattutto ai ragazzi».
«Sono previste, inoltre, visite guidate nei musei, una esercitazione con l’idrovora presso il fiume Verrino e una lezione pratica di operazioni anti incendio boschivo, un’uscita notturna per la simulazione di un intervento di ricerca persona dispersa in ambiente impervio. Domenica la conclusione del corso, con la consegna degli attestati di partecipazione. – aggiunge, con soddisfazione, Petrecca – Tengo a sottolineare, infine, che siamo l’unico nucleo di Protezione civile dell’Associazione nazionale Carabinieri ad essere stato autorizzato, a livello nazionale, dal Dipartimento della Protezione civile, a tenere questo corso di addestramento, o meglio, il campo scuola. I ragazzi si stanno divertendo, – assicura Petrecca in chiusura – e abbiamo riscontri positivi anche dalle rispettive famiglie, un apprezzamento che ci riempie di soddisfazione e gratifica tutti i nostri volontari che stanno investendo tempo e competenze».
Riassumendo, un percorso formativo di una settimana, articolato in attività didattiche, esercitazioni pratiche e momenti ludico-ricreativi, grazie ai quali i giovani partecipanti potranno acquisire una maggiore consapevolezza del ruolo attivo che ognuno di loro può svolgere quotidianamente nella propria comunità, per tutelare se stessi e l’ambiente in cui vivono.
Un progetto che, commenta il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio, «ha una duplice valenza: diffondere tra i giovani la cultura della prevenzione e avvicinarli al mondo del volontariato organizzato, preziosa risorsa per il nostro sistema. Le recenti alluvioni in Emilia-Romagna, oltre a restituirci la fotografia di un Paese vulnerabile e sempre più soggetto ad eventi atmosferici estremi, ci hanno mostrato ancora una volta una spinta solidale importante che, per essere realmente efficace, non solo nel breve ma anche nel lungo periodo, deve poter contare su un’adeguata formazione e preparazione».
Francesco Bottone