Una storia senza fine quella inerente l’assegnazione di una zona di caccia al cinghiale dell’Atc Vomano. Una zona contesa da due squadre, con lo stesso nome, sulla quale il Tar Abruzzo ha già decretato, con una sentenza che tuttavia la dirigenza dell’ambito territoriale di caccia ha, almeno per il momento, deciso di ignorare.
Non solo; infatti, nei giorni scorsi, si è riunito il Comitato di gestione e, in quella sede, l’Atc in questione avrebbe deciso di impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato, con tutto ciò che ne consegue in termini di spese per le casse dell’Atc, soldi dei cacciatori in ultima analisi. Avrebbe, il condizionale è d’obbligo, perché il verbale della seduta del Coges non è stato ancora fornito ai diretti interessati. E a tale riguardo sono state già presentate delle richieste di accesso agli atti. La decisione del Coges va comunque ratificata, per statuto, nel corso della prossima seduta del comitato di gestione stesso.
Intanto resta inapplicata la decisione del Tar Abruzzo, nonostante l’istanza di ottemperanza all’Atc inviata dal legale della squadra danneggiata, l’avvocato Matteo Valente. Questi ha chiesto appunto «con la massima cortese premura» che venisse «data ottemperanza alla pronuncia in oggetto». Una richiesta rimasta inevasa dall’Atc e la squadra in questione fa sapere di stare valutando una richiesta di risarcimento. Ogni ritardo nell’applicazione della sentenza del Tar, quando ci si avvia tra l’altro alla chiusura della caccia al cinghiale, verrà considerato ai fini della quantificazione delle voci di danno risarcibili.