«Con l’approvazione in Conferenza unificata del disegno di legge sull’autonomia differenziata parte ufficialmente il processo di disgregazione dell’unità del nostro Paese». Non usa mezze misure, da par suo, Candido Paglione, per commentare le ultime news di politica che arrivano da Roma. Il tema del momento è l’autonomia differenziata, un meccanismo iniquo che fa parti uguali partendo però da soggetti assolutamente non omogenei.
«In pratica, – spiega il sindaco di Capracotta – dopo le improvvide modifiche apportate nel 2001 al titolo V della Costituzione, adesso il ministro Calderoli, quello che definì la sua legge elettorale “una porcata”, con il placet di buona parte delle Regioni, compreso il Molise, prova ad aumentare in maniera spropositata l’autonomia delle Regioni stesse. In pratica, si tratta di ben cinquecento funzioni di cui le Regioni potranno avere piena competenza, con una inevitabile frammentazione del sistema e dell’accesso ai diritti». Una gestione localistica, dunque, per competenze, e di prossimità, che preoccupa il sindaco del “tetto” dell’Alto Molise, da tempo amministratore locale in una zona che proprio relativamente alla fruizione di diritti e servizi è il fanalino di coda del Molise.
«Perfino la programmazione delle reti infrastrutturali stradali e ferroviarie diventa materia regionale, – riprende Paglione – con il rischio reale di isolare ancora di più una regione piccola come la nostra, allontanando la speranza di vedere finalmente realizzati collegamenti stradali e ferroviari adeguati. Pieni poteri alle Regioni, quindi, in barba ai principi che sanciscono l’uguaglianza dei cittadini e l’indivisibilità della Repubblica. Adesso, davvero “tutto è compiuto” – aggiunge il sindaco parafrasando la celebre frase di Gesù sulla croce prima di rimettere lo spirito – e la secessione delle Regioni forti del nord contro quelle del sud è servita».
L’autonomia differenziata, probabilmente, avrebbe senso e ragione di essere se si passasse alle tanto declamate macro-regioni. Se il Molise facesse parte di un unico soggetto amministrativo con l’Abruzzo e le Marche, ad esempio, forse avrebbe qualche possibilità di rinascita, altrimenti la sua dimensione geografica e anche politica la renderebbe una sorta di Cenerentola, ne è convinto Paglione, che in chiusura invita alla mobilitazione, ma senza forconi: «Occorre una forte opposizione popolare e dei territori, con una mobilitazione convinta contro questa idea folle che rischia di mettere in gioco l’unità nazionale e la sopravvivenza di buona parte dell’Italia stessa. Per questo, insieme a tanti sindaci dei comuni del mezzogiorno, saremo a Napoli il prossimo 17 marzo, giorno in cui si celebra l’unità d’Italia, per far sentire la voce delle nostre comunità».