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  • Caccia per sfamarsi in Molise: respinto il ricorso del Wwf, ma di fatto non si può sparare

    Il Presidente del Tar Molise ha respinto, giudicandola inammissibile, l’istanza proposta dal Wwf per la sospensione dell’ordinanza n 25 del Presidente della Regione Molise nella parte in cui consente lo spostamento dei cacciatori, nel periodo di fase2 dell’emergenza Covid 19, per praticare la caccia. Nell’ordinanza si riconosceva alla caccia e alla pesca la valenza di attività necessarie a procurarsi il cibo.
    «Il giudice amministrativo, – si legge in una nota del Wwf Molise – pur ritenendo che l’attività venatoria in quanto attività sportiva e motoria in forma individuale non è vietata dal Dpcm26 aprile 2020, precisa che invece essa è vietata in forma collettiva».

    «Il decreto del Presidente del TAR molisano costituisce un importante chiarimento sulla disciplina della caccia al cinghiale durante la fase2, affermando un principio valido sicuramente in tutto il territorio nazionale e cioè che, essendo la caccia al cinghiale esercitata da squadre di cacciatori, è vietata. – commenta il Wwf Molise – Del resto, altrimenti, non si comprenderebbe perché, a causa della pandemia, tutti gli sport collettivi, ivi compreso il calcio, sono vietati e invece la caccia di selezione al cinghiale resterebbe consentita».

    Certo, la selezione resterebbe consentita, perché si pratica in forma singola, ma di fatto non è attiva, e quindi l’ordinanza di Toma nella sostanza non è altro che uno spot inutile, perché privo di risvolti pratici. Non si può cacciare in forma collettiva, perché è vietato in questo periodo, e non si può praticare la selezione ai cinghiali perché non ancora attiva.

    «È chiaro quindi che una squadra di cacciatori al cinghiale non può giocare proprio come non può giocare una squadra di calciatori di serie A» commenta l’avvocato Maurizio Balletta, legale del Wwf.
    Il vice presidente del Wwf Molise, Renato di Soccio aggiunge: «Per il Presidente Toma e la lobby venatoria, l’ordinanza 25 resta un colpo non andato a segno, in quanto ha consentito lo spostamento dei cacciatori che, però, non possono esercitare la caccia, cioè, ha adottato un atto inutile, forse solo per scopi politici, come, del resto avvenuto con la approvazione della recente legge regionale costituzionalmente illegittima che consente ai cacciatori di svolgere attività di controllo dei cinghiali riservata alle guardie provinciali».

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