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  • Caccia sospesa dopo i roghi, Copagri: «Il prelievo del cinghiale non deve avere tregua»

    «Dopo la neve e la pioggia, ora il lungo periodo siccitoso accompagnato ad innumerevoli e dolosi incendi, la richiesta avanzata da alcune associazioni ambientaliste di rivedere il periodo temporale per la caccia, prevista a partire dal prossimo 1° ottobre, è ragionevole e condivisibile».

    Così commenta Camillo D’Amico presidente della Copagri Abruzzo in merito all’ipotesi avanzata da alcune sigle del mondo ambientalista di ridurre o annullare la stagione venatoria del corrente anno.

    «Non riteniamo corretta una sospensione totale della caccia perché va da sé che laddove si sono verificati gli incendi per un lungo periodo la stessa è contestualmente sospesa. Una rivisitazione in diminuzione del periodo previsto potrebbe essere percorribile anche a causa della sicura e maggiore presenza di cacciatori in ragione della forte diminuzione dello spazio fisico su cui cacciare. Assolutamente contrari ci vede l’ipotesi di sospendere o ridurre lo spazio temporale previsto per la caccia ai cinghiali che non deve trovare tregua. Il problema persiste perché reale, quotidiano e di ordine pubblico. Nessuno intende eradicare la specie ma solamente lavorare in concreto per ridurre fortemente il loro numero e portarli ad un limite tollerabile e fisiologico. La caccia sistematica e pluriforme, al momento, rimane l’unico mezzo efficace e concreto».

     

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