«Voglio però lanciare un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la Natura senza correre il rischio di morire».
Così il ministro dell’Ambiente, generale di brigata della ex Forestale, Sergio Costa. Mi perdoni signor ministro, per quale oscura ragione il diritto di passeggiare, andare per funghi o per fratte, o a raccogliere castagne o di fare un’escursione dovrebbe valere di più del diritto dei cacciatori di andare a caccia? Mi spieghi, perché fatico a comprenderlo. Lo decide lei, in base alle sue convinzioni notoriamente anti-caccia, che un escursionista, di domenica, ha più diritto di passeggiare nel bosco rispetto ad un cacciatore? Tra l’altro il cacciatore, per andare a caccia, paga le concessioni governative allo Stato, le tasse alle Regioni e agli Atc e ha anche una assicurazione obbligatoria. L’escursionista passeggia gratis e raccoglie funghi e castagne senza pagare un centesimo; perché, di grazia, avrebbe più diritto di un cacciatore di stare nel bosco di domenica? Inoltre la caccia è aperta solo tre mesi all’anno (più precisamente tre giorni a settimana in quei tre mesi, per un totale di una trentina di giorni appena, nda), gli escursionisti invece posso passeggiare 365 giorni all’anno. Se crede e se ha tempo mi faccia sapere. La saluto.
Francesco Bottone
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