«In Italia nel sedicesimo secolo c’era la caccia alle streghe mentre nel ventunesimo c’è la caccia ai cacciatori: ogni epoca ha le sue persecuzioni». Così il giornalista Camillo Langone oggi su “Il Foglio” nell’affrontare le tematiche legata alla caccia e al bracconaggio.
Lo spunto gli viene fornito da un episodio di cronaca: l’arresto di un sindaco per bracconaggio e utilizzo di armi da fuoco.
Con le accuse di avere partecipato a battute di caccia al cinghiale non consentite, e senza avere il porto d’armi, che gli era stato revocato, nei giorni scorsi è stato arrestato Massimo Di Fazio, sindaco di Triora, paese ligure noto per le storie legate alla persecuzione delle streghe. Gli agenti della Polizia di Imperia gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip del tribunale di Imperia, con l’accusa di bracconaggio e utilizzo di armi da sparo. L’inchiesta non riguarda la figura istituzionale di sindaco, ma l’attività di Di Fazio cacciatore e, in particolare, il fatto di aver partecipato, secondo quanto contestato dalla Procura, a battute clandestine di caccia al cinghiale. Essendogli stato revocato il porto d’armi una decina di anni fa, il sindaco deve rispondere anche dell’utilizzo del fucile. Gli investigatori hanno perquisito la sua casa senza trovare al momento armi.
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