Nella seduta odierna del Consiglio Regionale del Molise è stato discusso e approvato a maggioranza l’Ordine del Giorno a firma del Consigliere delegato alla caccia, Cristiano Di Pietro per contenere e affrontare l’emergenza legata al sovrannumero di cinghiali che, in Regione, producono danni al patrimonio agricolo per un ammontare di 500mila euro l’anno e zootecnico pari a circa 2.773.980,07 € in 5 anni.
Secondo l’allarme lanciato da Coldiretti nel giro di dieci anni, il numero di cinghiali in tutta Italia è raddoppiato, superando il record di un milione di esemplari. I danni prodotti a livello nazionale nel settore agricolo da questo ungulato nel 2015 ammonterebbero a 100.000.000 euro rappresentando ben il 90% di quelli complessivamente provocati da tutti gli altri animali selvatici.
Un problema dunque nazionale difficile da affrontare con gli strumenti normativi a disposizione: parliamo della legge n. 157 dell’11 febbraio 1992, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e della legge regionale n. 19 del 10 agosto 1993 che disciplina l’esercizio della caccia nell’ambito del territorio regionale. Un quadro normativo che, a distanza di un ventennio e alla luce del mutato scenario, non è adeguato a salvaguardare il patrimonio faunistico, nonché la tutela dell’agricoltura e dell’ambiente, ma che impone il ricorso a misure straordinarie e di emergenza.
“Ringrazio la maggioranza, – commenta il consigliere di Pietro – per aver compreso l’importanza e l’urgenza di chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale presso il Governo nazionale che prevede anche l’ampliamento dei termini del periodo di abbattimento per il contenimento della specie cinghiale e, la necessità di predisporre una proposta di legge regionale che affronti complessivamente la questione. L’Ordine del Giorno oggi approvato, – spiega il Consigliere delegato alla caccia – chiede anche l’impegno del Presidente della Giunta Frattura a pubblicizzare la richiesta presso la Conferenza Stato-Regioni e, del Presidente del Consiglio regionale, Cotugno a trasmettere l’ODG ai Consigli regionali delle altre regioni affinché possano adottare pari atto al fine di rafforzare la richiesta nei confronti del Governo nazionale. A rischio, – puntualizza il consigliere delegato alla caccia Di Pietro – non solo le coltivazioni, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati e i numerosi incidenti stradali. Da qui la decisione di chiedere il riconoscimento dello stato di calamità”.