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  • Cinghiali: zona “vocata” estesa fino alla spiaggia. Campitelli denuncia: «Così le squadre pagheranno i danni»

    Il comitato di gestione dell’Atc Vastese ha approvato l’istituzione di un’altra macroarea su quello che è attualmente il territorio “non vocato” alla presenza del cinghiale. In sostanza una zona, quella verso il mare, da non vocata alla presenza del cinghiale è stata dichiarata vocata. In questo modo una squadra di cacciatori potrà operare in quella zona. Sulla questione è intervenuto polemicamente il presidente regionale della Libera Caccia, Antonio Campitelli.

    «Come è possibile istituire una nuova macroarea su un territorio che fino a ieri era considerato “non vocato” e farlo diventare “vocato”? Questo passaggio è stato validato da qualche relazione tecnica? In caso affermativo, chi l’ha stilata? A cosa è servita allora la redazione della pianificazione faunistica, effettuata poco più di un anno fa, per individuare il territorio vocato e quello non vocato? E visto che quel piano è stato redatto da un tecnico pagato con i soldi dell’Atc, e quindi di tutti noi cacciatori, non trovate che sia stato uno sperpero di denaro far fare una pianificazione tecnica, per poi adottarne una di altro genere? Alcune delle persone che siedono oggi in quel comitato di gestione, che sono le stesse che ci sedevano 2 anni fa quando criticavano l’Atc chietino lancianese per aver fatto una pianificazione territoriale con il territorio vocato fin sulla spiaggia, dove ce l’hanno la coerenza, sotto i piedi? Da chi è stata voluta questa modifica? A cosa serve, tecnicamente, estendere il territorio “vocato” fin sulla spiaggia? A chi fa comodo? – chiede polemicamente il presidente della Libera Caccia – So che a queste domande non troverò valide ed esaustive risposte, ma provo ad azzardare delle ipotesi. Qualcuno ha forse dimenticato che uno dei principali motivi dell’applicazione del regolamento regionale n° 5/2014 è la volontà da parte della Regione di volersi scrollare di dosso l’annosa problematica del risarcimento dei danni. Infatti in quel regolamento non hanno mai voluto abrogare quel comma che prevede la contribuzione di ogni cacciatore iscritto ad una squadra per l’eventuale risarcimento dei danni, qualora la squadra non raggiunga gli obiettivi previsti. Fino ad un massimo di 66€ per componente. Tuttavia nel territorio “non vocato” questo contributo non può essere richiesto a nessuno, non essendo territorio assegnato alle squadre. Di conseguenza, i danni in quella zona restano a carico della Regione, o molto più probabilmente, visto le intenzioni della regione, a carico dell’Atc. Visto che l’Atc non ha, e non avrà, nessuna intenzione di pagare con i soldi del proprio bilancio i danni da cinghiale, hanno ben pensato di assegnare quel territorio alle squadre che lo richiedano, perché ognuno vuole andare a caccia sotto casa. E così facendo hanno anche fatto credere a quelle squadre che gli stanno facendo chissà quale favore. E magari, qualcuno, chiederà ai componenti di queste squadre anche di fare qualche “cambio di bandiera” visto l’enorme regalo ricevuto. Poi, fra uno o due anni, quando arriverà il “conto” qualcuno urlerà e strepiterà. Spero che questa mia analisi sia errata, ma non credo».

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