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  • Dialisi Caracciolo, l’Aned denuncia: “Il Molise ‘rifiuta’ i soldi da altre regioni”

    Soliti problemi nel centro Dialisi del ‘Caracciolo’ nonostante l’arrivo di un’altra infermiera. Stoppani provoca: «Asrem chiuda e si affidi ai privati che accettano tutti». Puntuali, come ogni anno, tornano i disservizi legati al servizio Dialisi dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone. Basterebbe prendere in mano l’edizione di questo giornale dello stesso periodo dello scorso anno per accorgersi che un altro anno è passato assolutamente invano, perché le problematiche di allora sono esattamente quelle di oggi. Il tutto a dispetto di quello che vanno raccontando i vari Toma, Florenzano e lo stesso sindaco Daniele Saia sulla mobilità attiva. Veniamo ai fatti. In una lettera di protesta e diffida siglata da Marina Stoppani, segretario regionale dell’associazione Emodializzati di Abruzzo e Molise, e indirizzata ai vertici della sanità molisana, si riportano le lamentele degli utenti, in particolare di Poggio Sannita e Villacanale, che tornano in Alto Molise per le vacanze estive, ma non possono essere sottoposti alle sedute emodialitiche presso l’ospedale di Agnone perché «manca personale».

    «Questa associazione, che tutela gli emodializzati di Abruzzo e Molise, dopo essere intervenuta ufficialmente il 9 dicembre a favore dei dializzati locali, i quali rimangono molto preoccupati, ma anche molto indignati, per tutti i problemi che devono affrontare quotidianamente per garantirsi un trattamento emodialitico tranquillo e sicuro in area disagiata, ha ricevuto ufficialmente le proteste indignate di tre pazienti e familiari originari di Poggio Sannita e di Villacanale, e una segnalazione da parte di una paziente originaria di Agnone, ma residenti nel Lazio, che non possono dializzare presso il Centro di Agnone durante le vacanze estive». Il personale è già carente, a malapena riesce a garantire le sedute dialisi ai pazienti abituali, accettare anche esterni diventa un problema insormontabile e dunque i dializzati di fuori regione non saranno accettati al “Caracciolo”. Il problema è che un dializzato ha necessità di dializzare appunto, non può saltare le sedute, perché, forse è opportuno ricordarlo, si tratta di trattamenti salva vita. Le alternative possibili sono due: rinunciare alle vacanze in Alto Molise, oppure raggiungere Campobasso o Isernia per essere sottoposti a dialisi. Stesso identico problema dello scorso anno. Dodici mesi dopo ci troviamo costretti a riscrivere lo stesso articolo, per via di una sanità disattenta e di fatto inesistente in queste lande desolate del Molise montano.

    «Il Decreto del Ministero della Sanità del 13 settembre 1988 riguardante la “Determinazione degli standard del personale ospedaliero”, prevede esplicitamente, per l’ambulatorio emodialitico, un contingente per otto posti letto tecnici occupati a seduta per doppio turno giornaliero una unità di personale medico e otto unità infermieristiche. – protesta la segretario Stoppani – Questo significa che per ogni singolo turno giornaliero deve essere garantita la presenza di cinque infermieri e dunque esortiamo a ripristinare l’intero organico di cinque infermieri e un medico per il Centro Dialisi di Agnone, onde porlo in sicurezza e dare ad esso stabilità». Tuttavia anche la dotazione di organico attuale consentirebbe di accettare dializzati “forestieri”, secondo la Stoppani: «Consideriamo assurde le giustificazioni addotte dal dottor Ettore Mastrangelo e dall’equipe infermieristica di non accogliere i dializzati estivi originari della zona nella struttura di Agnone, – spiega infatti la segretaria – in quanto, teoricamente, essendo i pazienti locali in trattamento emodialitico in numero di quattordici, ne potrebbero essere accolti ben otto, con mobilità attiva per le casse regionali, senza aggravio di spesa».

    Marina Stoppani, segretario regionale dell’associazione Emodializzati di Abruzzo e Molise

    «La motivazione addotta – spiega la dirigente dell’Aned – è che la nuova unità infermieristica, assegnata nei mesi scorsi, non è pronta per gestire i pazienti in trattamento emodialitico, ma essa è arrivata dal 20 maggio, e a noi risulta che, a causa del Covid, è rimasta sola fino a metà giugno per gestire, insieme ad una sola altra infermiera specializzata, i quattordici pazienti di tale centro in emergenza. Se in emergenza ciò è stato possibile, e pare non si siano verificati incidenti, viene il dubbio che la motivazione non regga con il contingente di quattro unità infermieristiche al completo. Per questo motivo chiediamo all’Asrem di intervenire presso il responsabile del Centro Dialisi di Agnone per farlo recedere da tale immotivata e non fondata decisione, che non trova alcun appiglio normativo e di fatto, ed in caso avviare un’ispezione ufficiale presso tale Centro».

    «E’ importante assumere un provvedimento definitivo che ripristini l’organico di cinque unità infermieristiche e una unità Oss, in modo da mettere per sempre in sicurezza il centro e chiudere tutte queste questioni una volta per tutte. – insiste Stoppani – Dall’ascolto dei pazienti della zona, emerge una generale stanchezza e disillusione verso il servizio pubblico, tanto che ci vediamo costretti a segnalare ad Asrem che se tale servizio fondamentale salvavita l’azienda non può più gestirlo in loco per mancanza di personale o per problemi generati dai sanitari di qualsiasi tipo, se non sia il caso di chiuderlo trasferendo il personale dove serve e affidare la struttura di Agnone ad un centro privato convenzionato, che almeno non farebbe problemi ad accogliere tutti».

    Insomma, o si lavora o si chiude, lasciando fare ai privati, questa la provocatoria proposta dell’Aned.

    Caterina d’Alba

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