«Un convegno dal non tanto velato sapore provocatorio e che purtroppo fa pensare ad un’interpretazione di parte, come ormai abitudine dell’ANPI, tesa anche a rivedere quei fatti storici che ormai solo in pochi, dimenticando la memoria delle vittime, si ostinano a disconoscere, rileggendo a proprio piacimento e in maniera non storica le brutalità commesse, per volere di Tito, dai partigiani jugoslavi e dall’OZNA a danno di decine e decine di migliaia di italiani».
Questa la riflessione del Coordinatore per il Molise dell’Unione degli Istriani, Gianni Meffe, sul convegno organizzato dall’ANPI di Termoli presso la sede universitaria di via Duca degli Abruzzi per il 9 febbraio, giorno che precede il Giorno del Ricordo.
«Come Unione degli Istriani rinnoviamo pubblicamente al Prof. Luca Brunese, Rettore dell’università degli Studi del Molise già informato nei giorni precedenti dell’iniziativa prevista, di valutare la possibilità di non concedere gli spazi della sede di Termoli per il convegno che si terrà il giorno 9 febbraio dal titolo: “Oltre la Propaganda. La storia delle foibe e della repressione fascista in Molise”. – continua Meffe – Fortunatamente siamo in un Paese libero e tutti hanno la possibilità di esprimere il proprio pensiero ma concedere degli spazi istituzionali ad un convegno che provocatoriamente è stato organizzato il giorno prima della commemorazione del “Giorno del Ricordo”, solennità civile nazionale e non partitica, significa dare credito a teorie che più che storiche risultano essere ideologiche e di comodo. Infatti, al di là delle parole di circostanza, – aggiunge Meffe – non si può ignorare l’ossessione dell’A.N.P.I. contro il fatto che qualcosa si stia movendo nella società italiana per ridare memoria ad una delle pagine più buie della nostra storia recente, come quella dei Massacri delle Foibe e dell’Esodo Giuliano-Dalmata».
Basti pensare che in un comunicato del 24 ottobre scorso il Presidente dell’A.N.P.I., Gianfranco Pagliarulo, si scagliava addirittura contro le circolari delle Prefetture indirizzare a Sindaci ed Uffici scolastici colpevoli, a suo avviso, di aver richiesto iniziative tese a “diffondere la conoscenza” della “spirale di violenza che esplose all’indomani della firma dell’armistizio e che, per i successivi quattro anni, si scatenò su molti italiani inermi e incolpevoli, residenti nei territori ad est di Trieste, con durissime e atroci rappresaglie dai contorni di una vera e propria pulizia etnica”.
«Insomma per l’A.N.P.I. e il suo Presidente sensibilizzare alla conoscenza dei fatti accaduti al confine orientale e promuovere il Giorno del Ricordo, istituito con la legge 30 marzo 2004 n. 92, è qualcosa che non s’ha da fare solo perché loro la pensano diversamente o perché non riescono a dissociarsi in modo netto dal Maresciallo Tito, dalle sue idee e dai fatti di violenza che per suo volere hanno generato miglia di morti ed esuli?» va avanti Meffe.
«Con questi presupposti sembra chiaro che il titolo del convegno, di per sé volutamente confuso e che mette insieme vari temi, ritenga “propaganda” la divulgazione di fatti storici accertati e noti all’opinione pubblica, che ormai soltanto chi non vuole vedere può mettere in discussione. Non voglio nemmeno parlare dell’aspetto umano della tragedia delle Foibe, spiega Meffe, perché questo argomento intimo e doloroso non credo sia minimamente preso in considerazione da parte di chi di fronte alla morte non riesce a mettere da parte l’ideologia e la politica, nel vano tentativo di fermare il tempo e continuare ad infoibare la verità. Alcune grandi tragedie della nostra storia, come la Shoah, le Foibe o il Genocidio Armeno non possono essere “interpretate o rilette”, vanno condannate senza se e senza ma. Peccato che l’A.N.P.I. invece si ostini ad usare metodi di giudizio diversi di volta in volta, al fine di creare divisioni all’interno di un Paese che per fortuna sta maturando piena consapevolezza della storia».
«Per meglio capire dove e come si colloca l’evento previsto a Termoli occorre “guardarlo” insieme a quello previsto a Maddaloni il giorno successivo, Giorno del Ricordo, sempre organizzato dall’ANPI e con la partecipazione del Prof. Cerchia, dove il titolo “E allora le Foibe? Memoria e Ricordo: letture <<alternative>> della storia italiana?” richiama l’idea e il tentativo di Eric Gobetti di rivedere, come qualcosa di consequenziale ed edulcorato, le violenze perpetrate dai partigiani di Tito verso migliaia di italiani uccisi o costretti a lasciare quelle terre dell’Istria e della Dalmazia che da secoli erano Italia. Violenze e soprusi avvenuti con un rumoroso silenzio da parte del Partito Comunista Italiano che ha tenuto nell’oblio per decenni i massacri delle Foibe e l’esodo Giuliano-Dalmata, una condizione di “oblio culturale e storico” che per l’A.N.P.I. deve continuare ma che troverà sempre l’opposizione di cittadini ed associazioni libere che non si sono piegate e non si piegheranno».
«Da molisano, – conclude Meffe – mi dispiacerebbe doppiamente se al convegno dell’ANPI a Termoli si dia una lettura in linea con quella offerta negli altri eventi organizzati dall’Associazione Partigiani. Infatti, in quegli anni, nelle Foibe e non solo, trovarono la morte almeno 49 molisani, spesso giovanissimi, che erano in quell’area orientale al servizio dello Stato come finanzieri, carabinieri, militari, ecc. ma in fondo la mancanza di memoria è uno dei grandi mali dell’Italia».