AGNONE – L’adesione alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, che vuole occuparsi del patrimonio culturale, artistico, mobiliare ed immobiliare della città, è illegittima. Ne è convinto il consigliere del gruppo “Agnone Identità e Futuro” Vincenzo Scarano che venerdì, dopo aver discusso dell’argomento nel Consiglio Comunale del 26 ottobre, ha consegnato al Comune di Agnone un’istanza politica. Vincenzo Scarano ha chiesto durante l’assise civica che il Comune di Agnone receda dalla Fondazione “Per l’Atene del Sannio” e che costituisca, gestisca ed amministri esso stesso una fondazione aprendo a partners privati. Tale soluzione non è stata accolta dalla maggioranza comunale del sindaco Lorenzo Marcovecchio né dal gruppo di minoranza “Nuovo Sogno Agnonese”. Il Consiglio ha dunque eletto i due membri dell’amministrazione previsti dallo statuto della Fondazione, indicando Linda Marcovecchio e Daniele Saia. Dopo la proposta di Scarano, il Comune ha deciso di chiedere una modifica dello statuto, affinché l’ente subentri nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione come “fondatore” e non più come “partecipante istituzionale”. Questa è stata l’unica modifica, giudicata insufficiente dal consigliere Scarano.
«Nel ribadire che non c’è né da parte mia né da parte del gruppo politico che rappresento alcuna contestazione in merito alla volontà di privati cittadini di costituire una fondazione al fine di tutelare il patrimonio artistico, culturale, storico e socioeconomico della città – dice Vincenzo Scarano – la soluzione adottata non ha in alcun modo risolto i dubbi e le perplessità sulla legittimità della procedura intrapresa dal Comune per aderire alla Fondazione “Per l’Atene del Sannio”, né ha giustificato la necessità e la convenienza, anche economica, da parte del Comune medesimo di aderire alla predetta Fondazione».
Scarano nella sua istanza depositata all’ente evidenzia che la concessione in comodato d’uso gratuito dei beni mobili ed immobili deve essere ad evidenza pubblica, tramite bando e dopo il coinvolgimento della cittadinanza. Il Comune ha invece concesso direttamente alla Fondazione il comodato d’uso di un piano di Palazzo Bonanni. Inoltre, il consigliere di minoranza sottolinea che la presenza di soli due componenti dell’amministrazione comunale all’interno del Cda della Fondazione “Per l’Atene del Sannio” è marginale. Secondo lo statuto, il Consiglio di Amministrazione può essere, infatti, composto fino da 15 membri, di cui 8 scelti dai fondatori promotori. Secondo alcune clausole dello statuto, inoltre, solo i fondatori promotori non possono essere in alcun caso esclusi dalla Fondazione, mentre il Comune deve concederle contribuiti economici e può essere escluso qualora non lo faccia. Vincenzo Scarano sostiene che il Comune deve avere una presenza superiore alla metà dei membri del consiglio nel Cda. Inoltre, nella sua istanza rileva che, se il Comune deciderà di non creare una nuova Fondazione come ente pubblico promotore aprendo a partners privati, chiede all’amministrazione comunale di valutare e di pronunciarsi sulle proposte fatte dall’associazione “Tradizioni e Sviluppo” di Agnone, che non solo è disposta ad aderire alla prima soluzione come semplice partner del Comune, ma è anche disposta a gestire il patrimonio mobiliare, immobiliare, artistico e culturale del Comune alle stesse condizioni, offrendo peraltro un contributo di 8mila euro, superiore ai 7mila che corrispondono al patrimonio iniziale della Fondazione “Per l’Atene del Sannio”.