AGNONE – Una storia che va avanti dal 2010 e che gli agnonesi ricordano benissimo. Anzi in molti in questi anni si chiedevano come fosse finita la storia del gazebo montato su un marciapiede davanti ad un bar del centro cittadino (ora appartenente ad un’altra gestione) e che vide un braccio di ferro fra il proprietario ed il Comune che lo fece rimuovere. A distanza di cinque anni il Tar, ha posto conclusione alla vicenda giudiziaria condannando il Comune di Agnone a pagare oltre seimila euro al legittimo proprietario quale somma di risarcimento. Somma questa che svuoterà ancor più le casse comunali e che inciderà sui cittadini. Era l’agosto 2010 quando la vicenda ebbe inizio con una provvedimento del Sindaco di Agnone che ordinava, per motivi di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché al fine di prevenire pericoli per pubblica incolumità, “la rimozione immediata del manufatto realizzato sul marciapiede di Via Roma, anche perché occupa illecitamente il suolo pubblico”. Da allora la carta bollata dei legali ha sostituito gli attori della vicenda mentre la popolazione fino a qualche giorno fa si chiedeva come fosse finita la storia che caratterizzò come argomento principale l’estate di cinque anni fa. Sequestro del manufatto con rimozione dello stesso avvenuta nel 2011 a cura degli operai del Comune di Agnone. Poi il dissequestro. Quindi i diversi ricorsi e le sentenze del Tar. L’ultimo quello di “condanna al Comune di Agnone al pagamento in favore della ricorrente delle spese” e la delibera consiliare di liquidare la complessiva spesa di 6.056,40 euro. A questi si devono aggiungere i mille euro per competenze professionali per il patrocinio del Comune di Agnone nel giudizio all’avvocato difensore del Comune di Agnone.
Vittorio Labanca