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  • Giudice di pace: il singolare annuncio e il “caso” che non c’è

    AGNONE – E’ il citizen journalism

    Basta uno smartphone e tutti si trasformano in cronisti, o meglio, in fotoreporter.

    La velocità con la quale le notizie e le immagini arrivano in redazione è sempre crescente e così capita di dare una notizia in tempo reale, anche se magari il “fatto”, l’episodio, ha la durata di pochi minuti. pace

    E’ il giornalismo on line. Veloce, velocissimo. E’ così. Che piaccia o meno.

    La “notizia” in questione è l’ormai famoso cartello affisso dal dipendente degli uffici del Giudice di pace di Agnone (qui accanto, ndr).

    Quel “ripassare più tardi” affisso sulla porta chiusa della cancelleria ha suscitato un po’ di interesse mediatico, mentre in realtà si è trattato di una banale e cortese comunicazione all’utenza.

    L’impiegato, l’unico presente in quel momento, per motivi d’ufficio era altrove, in altra sede, a sbrigare delle urgenze e dunque, cortesemente appunto, ha informato l’utenza con l’invito a ripassare più tardi. Punto, semplice, non ci sarebbe neanche bisogno di spiegare, perché, lo ripetiamo, il dipendente era fuori sede per motivi di uffici, stava lavorando anche se altrove e non fisicamente lì dentro. giudice

    E in effetti la conferma a ciò che era già ovvio arriva proprio dagli uffici del Giudice di pace contattati dalla nostra redazione. Quell’assenza e il conseguente utilizzo del cartello informativo rappresentano un episodio sporadico dovuto ad una serie di coincidenze, non certo la norma. Insomma, non avviene quasi mai che gli uffici restino sguarniti di personale e dunque si debba chiudere, sia pure per qualche minuto, al pubblico. Anche perché, rispetto a qualche anno fa, oggi il personale è anche aumentato.

    Caso chiuso, dunque, ammesso che un “caso” fosse mai stato aperto.

    Si è trattato di una foto news, di una foto pubblicata in ragione della singolarità del messaggio contenuto nell’immagine, perché l’invito a ripassare più tardi in un ufficio giudiziario fa un po’ sorridere.

     

    Francesco Bottone

     

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