Hanno celebrato, ieri mattina in piazza della Repubblica, la giornata della legalità gli alunni dell’istituto comprensivo di Castiglione Messer Marino. Ed è sicuramente nelle scuole, con la cultura e gli insegnamenti, che si costruisce e si gettano le basi per la legalità e la giustizia, ma queste poi vengono assicurate e garantite solo se lo Stato è presente, anche sui monti al confine tra Abruzzo e Molise, in zone periferiche e marginali anche relativamente ai servizi minimi di cittadinanza. Non c’è legalità senza sicurezza e la sicurezza, nei piccoli centri montani, la assicurano solo i Carabinieri. Succede però che la stazione Carabinieri di Castiglione Messer Marino abbia letteralmente chiuso i battenti per diverse giornate negli ultimi mesi.
Il motivo? Forza zero. Tradotto dal gergo militare significa che non c’erano Carabinieri disponibili per assicurare i servizi esterni, né per tenere aperta la caserma al solo fine di ricevere il pubblico. La dotazione prevista per la stazione di Castiglione è di due marescialli, un brigadiere e tre appuntati e carabinieri. Questo in teoria, perché in pratica è rimasto solo il comandante. Un solo uomo che viene aiutato con altri militari, da altre stazioni di zona, che periodicamente vengono dirottati su Castiglione al solo fine di consentire almeno di comporre l’equipaggio per una pattuglia. Ovviamente l’attività operativa ne risente, soprattutto in fase preventiva e investigativa.
L’amministrazione comunale ha tentato di protestare, inviando una lettera al Prefetto, ma dopo mesi la situazione non solo non è migliorata, è addirittura peggiorata, perché di fatto in caserma c’è un solo militare, il luogotenente comandante. Quando si ammala o ha da fare privatamente, si torna a “forza zero” e la stazione Carabinieri chiude, come se si trattasse di un banalissimo negozio o ufficio, quando invece è il presidio istituzionale della legalità e della sicurezza.
Francesco Bottone
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