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  • I sindaci dell’entroterra contro la Asl: «La copertura medica continua non è un lusso, ma un diritto fondamentale»

    I Sindaci e gli amministratori dei comuni di Altino, Casoli, Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Fara San Martino, Gessopalena, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennadomo, Pennapiedimonte, Perano, Roccascalegna, Sant’Eusanio, Taranta Peligna e Torricella Peligna, riunitisi a Casoli nei giorni scorsi, prendono la parola «con una sola, unanime voce per esprimere la crescente preoccupazione sulla situazione della sanità nelle zone interne dell’Abruzzo».

    «Mentre l’attenzione sembra focalizzarsi sempre di più sulle aree costiere, oltre 27.000 abruzzesi delle zone interne sentono il peso dell’abbandono e della marginalità. – scrivono in una nota stampa i sindaci dell’entroterra – La scellerata volontà di chiudere i PPI operativi 24 ore su 24, relegandoli a soli 12 ore, è una decisione da bocciare senza esitazione. La vita dei nostri cittadini non può essere compromessa da tali decisioni. La necessità di garantire una copertura medica continua non è un lusso, ma un diritto fondamentale. Ma non si tratta solo del PPI. Il territorio è privo della presenza stabile di medici per le visite specialistiche ambulatoriali, elemento essenziale per una popolazione in cui molti, soprattutto gli anziani, faticano a spostarsi».

    «La carenza di personale del servizio di dialisi costringe i pazienti a lunghe e faticose trasferte, aggravando ulteriormente la loro condizione e aumentando il costo per la sanità pubblica. – spiegano nello specifico i sindaci, che ben conoscono le criticità dei servizi sanitari sul territorio – Strettamente correlato a tutto ciò vi è il depotenziamento del servizio di emergenza urgenza territoriale le cui postazioni 118, nei comuni afferenti al presidio di Casoli, risultano essere da anni senza medico a bordo,
    quindi non medicalizzate. A tal proposito, di recente si era annunciato l’arrivo di automediche a supporto delle ambulanze presenti ma senza garanzia di continuità e limitate ad alcuni giorni al mese. Comprendiamo il problema nazionale della gravissima mancanza di medici, dovuti ad una scarsa programmazione nazionale e più che decennale, ma non possono essere sempre le zone interne a pagare pegno».

    «Le aree interne dell’Abruzzo, ricche di tradizioni, cultura e bellezze naturali, meritano rispetto e dignità. Non chiediamo privilegi, ma investimenti adeguati che riconoscano il valore e l’importanza delle nostre comunità. La marginalizzazione delle aree interne non è solo una perdita per chi vi abita, ma per l’intera regione. – chiudono i sindaci – Chiediamo con forza che la salute dei cittadini delle aree interne non venga compromessa da decisioni miope e non condivise. È ora di guardare oltre la costa e riconoscere che l’Abruzzo è fatto anche, e soprattutto, delle sue splendide zone interne. La loro rinascita e il loro benessere sono essenziali per l’intera regione. Facciamo appello a tutte le istituzioni competenti affinché ascoltino le nostre preoccupazioni e intervengano con decisione e concretezza. L’ora di agire è adesso».

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