• News
  • Il Covid non ferma il controllo, abbattuti cinghiali “confidenti” nell’abitato: 140 e 191 chilogrammi

    Se la caccia al cinghiale, almeno quella in braccata, rischia di subire un pesante stop a causa dell’entrata in zona arancione dell’Abruzzo, il maledetto Covid19 non ferma invece le operazioni di controllo gestite dalla Polizia provinciale di Chieti, al comando di Antonio Miri, e gestite sul campo dagli ispettori Fabrizio Di Campli e Claudio Sciorilli.

    Nei giorni scorsi l’ennesimo intervento risolutivo si è registrato nell’abitato della città capoluogo di Provincia. L’operazione coordinata dalla Polizia provinciale è scattata a Chieti, dietro segnalazione di un residente che qualche sera prima era stato avvicinato troppo e in maniera minacciosa da un grosso cinghiale mentre passeggiava insieme al suo cane in via Madonna degli Angeli, vicino al parcheggio e al terminal bus. Parliamo di un luogo che dista, in linea d’aria, qualche centinaio di metri dalla cattedrale di San Giustino, tanto per rendere l’idea dell’invasiva presenza degli ungulati.

    La Polizia provinciale ha così disposto l’operazione di controllo che si è conclusa positivamente con il prelievo selettivo e pulito di due grossi cinghiali dal peso rispettivamente di 140 e 191 chilogrammi. Ad oggi nel solo territorio comunale di Chieti, grazie alle attività di controllo messe in atto dalla Polizia provinciale, sono stati già prelevati 54 cinghiali in ambito urbano.

    Il comandante della Polizia Provinciale, Antonio Miri

    E con la limitazione alla circolazione tra Comuni imposta dal Governo centrale e dal Ministero della Sanità in ragione della pandemia, il controllo gestito dalla Polizia provinciale potrebbe rappresentare l’unica soluzione percorribile per arginare l’enorme popolazione di cinghiali, in relazione ai continui danni al comparto agricolo e agli incidenti stradali.

    L’assessore regionale alla Caccia, Emanuele Imprudente

    Con l’avvio della stagione venatoria il controllo ha subito una inspiegabile battuta d’arresto, in quanto la Regione Abruzzo ha pensato di “sfruttare” le squadre di cinghialai come argine al proliferare indisturbato degli ungulati. Ora che il Covid ha di fatto fermato la caccia collettiva, non è possibile infatti sconfinare oltre il proprio Comune di residenza, l’unico strumento utile contro i cinghiali potrebbe essere rappresentato dalle operazione di controllo gestite dalla Polizia provinciale. Un aspetto sul quale l’assessore regionale Imprudente probabilmente dovrebbe riflettere.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento