• Editoriale
  • Il ministro Poletti ad Agnone: tra speranze e assenza di impegni concreti

    La speranza che l’incontro del ministro Poletti con i giovani imprenditori dell’Alto Molise ha in qualche modo generato in tutti i presenti al teatro Italo Argentino di Agnone, non può e non deve essere utilizzata per nascondere lo stato drammatico in cui versa l’Alto Molise e le aree interne in generale.

    Dai vari interventi, al di là della legittima soddisfazione e del sincero apprezzamento espresso per le iniziative imprenditoriali presentate (tra l’altro, condivise dalla platea) non sembrano essere emersi impegni concreti tali da far sperare in cambiamenti, se pur minimi, in tempo utile.

    È evidente che ancora non tutti, ad eccezione della Chiesa, si rendono conto che le zone interne , oltre a scontare il deficit di servizi di cui si discute da anni, ormai sono coinvolte in un lento e diffuso impoverimento generale.

    Impoverimento principalmente imputabile a due macro-fattori: elevato costo del vivere quotidiano (ancor più insostenibile se rapportato al reddito pro-capite) e tassazione locale (che, in alcuni casi, è palesemente fuori da ogni logica di giustizia e di buon senso).

    Per quanto al primo punto, basta fare una semplice verifica dei maggiori oneri per riscaldamento, trasporto, comunicazioni (vecchi e nuovi media) e gli altri servizi, che i residenti di queste zone affrontano quotidianamente rispetto a quelli di contesti meno sfortunati.

    In aggiunta a tutto ciò, si consideri la fiscalità locale che, in alcuni casi, come quella sugli immobili, diventa paradosso. Infatti, in presenza di valori commerciali dei fabbricati che continuamente diminuiscono, tendendo spesso allo zero (assenza di domanda), le aliquote, già alte, vengono applicate su valori catastali virtuali (fuori mercato), soprattutto per i fabbricati destinati ad attività produttive o a secondo case che, tra l’altro, dovrebbero essere elementi decisivi per quello sviluppo – anche turistico sul quale, a parole, tutti sembrano concordare.

    Vivere nelle aree disagiate, dal un punto di vista strettamente economico, ormai, è un lusso, per cui continuare a parlare di sviluppo turistico è temerario.

    Non sono più rinviabili interventi a breve tempo che, in qualche modo, tamponino detto impoverimento. La richiesta fatta dal Sindaco di Trivento, in occasione della riunione congiunta delle Giunte Regionali abruzzese e molisana, circa una “fiscalità di vantaggio” (che, in realtà, sarebbe semplicemente “di riequilibrio”) è la condizione minima per tenere ancora in vita almeno la speranza che le cose possano cambiare.

    La piena utilizzazione da parte di questi territori delle opportunità della programmazione 2014-2020  ha bisogno del supporto di idee innovative, in linea con il progetto nazionale per le piccole imprese sintetizzato dal ministro Poletti ad Agnone come “Gli evangelizzatori del web”.

    Qualcosa che, tra l’altro, aiuti a fugare il dubbio (che da sempre, a torto o a ragione, ha accompagnato gli abitanti di questi territori) che le legislazioni di vantaggio siano calibrate sulle esigenze di specifiche aree geografiche e quindi poco accessibili all’intera platea regionale.

    Non c’è tempo per aspettare i possibili frutti delle nuove programmazioni reclamizzate da più parti.

    Se chi di dovere continua a non trovare soluzioni capaci di incidere rapidamente ed efficacemente sullo status quo, alle popolazioni non resta altro che organizzarsi e mettere in essere iniziative autonome, anche clamorose, per portare la problematica delle aree interne all’attenzione delle Autorità Centrali.

    Giovanni Amicone  

    Emilio Conti 

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