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  • Inseguì un’orsa e il suo piccolo con l’auto postando il video sui social, a processo un uomo di 63anni

    Il 27 giugno 2023, a Roccaraso, due esemplari di orso bruno marsicano, una madre e il suo piccolo, vennero inseguiti per centinaia di metri da un’automobile in pieno centro abitato. Le immagini dell’accaduto, riprese e diffuse sui social, suscitarono indignazione e accesero un dibattito pubblico.

    Ieri, presso il Tribunale di Sulmona, si è svolta la prima udienza del processo a carico di un uomo di 63 anni, imputato per maltrattamento di animali. Secondo l’accusa, il suo comportamento avrebbe provocato stress acuto, sofferenze e alterazioni comportamentali e fisiologiche negli orsi coinvolti, l’orsa F21 – conosciuta con il nome di Bambina — giovane femmina con piccolo al seguito — un individuo importante per la conservazione della specie.

    «Questo episodio non è un caso isolato. – commentano dal Parco nazionale – Sempre più spesso, la fauna selvatica si trova a fronteggiare minacce generate dall’invadenza umana, alimentata da un narcisismo digitale che spinge a documentare ogni istante, anche quelli più delicati, come le fasi di accoppiamento o semplicemente l’alimentazione, per ottenere visibilità online o immagini da vendere. L’inseguimento di un animale per “gioco”, il frastuono dei motori, la fuga forzata tra le strade urbane: tutto questo è il riflesso di una profonda disconnessione emotiva e culturale con il mondo naturale, mascherata da entusiasmo ed interesse. E così, a pagare il prezzo dei nostri comportamenti errati sono sempre le volpi, i lupi, i cervi e naturalmente gli orsi, che restano sempre lo scoop più ambito».

    «Il disturbo arrecato agli animali selvatici non è più percepito come violazione, ma come contenuto da condividere, commentare, monetizzare. – continuano dal Pnalm – In passato abbiamo più volte utilizzato la nostra comunicazione anche per sensibilizzare su questa terribile pratica degli inseguimenti in auto della fauna. Ci auguriamo che il processo, possibile grazie alle indagini dei Carabinieri Forestali di Roccaraso, non resti solo un atto giudiziario, ma diventi anche un monito. Per ricordare che ogni gesto compiuto verso la Natura ha conseguenze reali, tangibili, spesso irreversibili. Proteggere la fauna selvatica non significa solo applicare leggi, ma ripensare il nostro modo di vivere, di osservare, di raccontare».

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