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  • La polemica/ Don Francesco Martino: «Lucio Pastore pensi a fare il suo lavoro»

    AGNONE. Un vespaio di proteste si sollevano dopo l’ipotesi del responsabile del Pronto Soccorso d’Isernia, Lucio Pastore, di chiudere i servizi analoghi di Agnone e Venafro per trasferire il personale a quello deficitario dell’ospedale Pentro. A rispondere immediatamente al medico isernino è don Francesco Martino, cappellano ospedaliero del San Francesco Caracciolo.

    “Appare estremamente difficile commentare con serena lucidità l’iniziativa, che definire provocatoria, è forse poco, del dott. Lucio Pastore, Direttore facente funzione del Pronto Soccorso Veneziale di Isernia –esordisce don Francesco- Se si può essere d’accordo con il medico che al Veneziale, come al Cardarelli e al San Timoteo è necessario ormai rivedere al rialzo sia l’assegnazione di posti letto, che di personale medico ed infermieristico dei DEA di primo e secondo livello, data l’ormai affluenza significativa di utenti, va registrato in primis che questo fatto si è determinato per lo smantellamento dell’Emergenza/Urgenza nei nosocomi periferici, ed anche perché lo stesso Pronto Soccorso del Veneziale non riesce ad assicurare un adeguato filtro dell’utenza che vi fa ricorso. Per quello che concerne Agnone, il P.S. è gestito da una convenzione con medici di Molise Emergenza nelle ore diurne, nelle ore notturne dalla Guardia Medica interna, da un’equipe di sei infermieri dipendenti Asrem (con qualche generico), non ha ausiliario. Quale personale è trasferibile? Il dottore sembra ignorare evidentemente anche il funzionamento del PS periferico: circa mille accessi in due mesi, per una proiezione annua di seimila accessi, che se funzionasse la radiodiagnostica (Tac e Radiologia tradizionale) h.24 per tutto il mese e le relative consulenze supererebbero i 7.00, in un’area disagiata a confine extra regionale, dove giungono in prevalenza codici gialli e rossi, a volta portati qui, non si sa perché ne come, dal 118 di Isernia e Venafro, come successo l’altra  notte. Chiudendo questa realtà che succederà al PS del Veneziale?. Piuttosto, come soluzione d’emergenza, ritengo che ad Isernia sia necessario potenziare lo smistamento iniziale, portando a tre le postazioni, riattivare h.24 un ambulatorio distrettuale codici Bianchi e Verdi nelle prossimità, creando il percorso apposito, e trattando in P.S. solo i codici gialli e rossi: perché effettivamente al Pronto Soccorso del Veneziale c’è troppo caos, un attesa immotivata e un parcheggio veramente significativo. Voglio ricordare quello che è capitato ad un mio confratello colpito da Ictus nel giugno 2011 –sottolinea e conclude il sacerdote- Soccorso nei tempi giusti, invece di essere rapidamente trattato con trombolisi, è rimasto parcheggiato o abbandonato su una barella per una notte ed un giorno nel P.S. del Veneziale. Poteva essere recuperato alla vita attiva, oggi, invece, è di fatto invalido. Chiederei al Dottor Pastore di occuparsi maggiormente della gestione della sua U.O.C. per risolvere questi gravi problemi”.

    Vittorio Labanca 

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