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  • L’arbitro Massimi ai ragazzi della scuola calcio di Agnone: «Non perdete tempo, fate quello per cui siete nati»

    Lo sport, in tutte le sue declinazioni, ma anche solo «parlare di sport», il lavoro dei giornalisti, innesca l’economia turistica, anche in zone periferiche come l’Alto Molise. Si è chiusa ieri, ad Agnone, la due giorni organizzata dall’Unione stampa sportiva del Molise, che ha visto anche lo svolgimento dei lavori del Consiglio nazionale Ussi e della Conferenza dei presidenti delle regioni. Ad aprire la carrellata degli eventi, mercoledì pomeriggio al teatro Italo-Argentino il convegno sul tema “Turismo sportivo ed economia di prossimità: l’informazione a supporto delle aree interne“, con la presenza del numero uno dell’Ussi nazionale, Gianfranco Coppola, il presidente di Assostampa Molise Giuseppe Di Pietro, l’arbitro impegnato da anni nel massimo campionato di calcio nazionale, la serie A, Luca Massimi e il pallavolista dalla lunga carriera in serie A, l’agnonese Stefano Patriarca.

    «Non lo so se sono un campione, – ha esordito il pallavolista Patriarca, che ha salutato affettuosamente il “collega” sportivo Carlo Alberto Evangelista, al secolo maggiore dei Carabinieri e comandante della compagnia di Agnone  – ma so una cosa: sono una brava persona. E la caratteristica delle brave persone credo sia proprio questa: cercare di restare umili fino in fondo, anche si raggiungono traguardi sportivi importanti e ancora ricordare le proprie radici, da dove si è partiti, perché questo è il motore che ti spinge lungo tutta la carriera. E volevo ringraziare in modo particolare i tanti giornalisti locali e molisani che mi hanno seguito in tutti questi anni, sin dagli inizi della mia avventura sportiva, dandomi visibilità sulla stampa. Con loro sono sempre stato molto disponibile e anche viceversa».

    Particolarmente puntuale, come sempre, l’intervento del presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro, che da corrispondente Agi ha seguito i massimi eventi sportivi a livello nazionale e internazionale nel corso della sua lunga e apprezzata carriera: «Innanzitutto lo sport è un eccezionale strumento di coesione sociale. Nello sport, in tutti gli sport, dal calcio a tutte le altre discipline, non giochi e non ottieni risultati se sei “figlio di“. Stefano Patriarca, ad esempio, è figlio di un grandissimo fornaio, che fa dei dolci magnifici, ma certo non è un raccomandato nel mondo della pallavolo. Se fosse stato così Stefano non avrebbe mai giocato ai massimi livelli.

    Come anche Gloria Marinelli, calciatrice professionista dell’Inter e della Nazionale femminile di calcio, che è orgogliosamente agnonese. Nello sport siamo tutti uguali, sul campo gioca non chi è raccomandato, ma chi è più bravo e più preparato, giochi se vali dal punto di vista tecnico e fisico. Inoltre lo sport è un grandissimo strumento di promozione territoriale. Da dirigente sportivo ho girato mezza Italia e vi assicuro che non è affatto banale o scontato trovare citata la città di Agnone o il Molise o Campobasso sulle pagine dei quotidiani di Venezia, Milano, delle Marche e via elencando.

    Soprattutto perché noi veniamo etichettati come la regione che non esiste; grazie ai nostri sportivi, in tutta Italia e anche all’estero si stanno accorgendo che il Molise esiste e sforna anche campioni in tante discipline. Infine lo sport, per tutto quello che abbiamo detto in precedenza, si trasforma in uno straordinario strumento di promozione economica per il territorio.

    Immaginate per un piccolo centro ricevere una squadra di calcio, ad esempio, con quattrocento tifosi al seguito; evidentemente quella è economia che gira: ristoranti, bar, alberghi, souvenir, prodotti tipici. Inoltre, anche se forse non solo l’esempio migliore di questo, lo sport è anche un utile strumento di promozione del benessere fisico e della salute. Se si fa sport e ci si allena si sta meglio, c’è meno bisogno di sanità e di cure. Lo sport è una grandissima risorsa che però, è inutile nascondercelo, andrebbe valorizzata di più. Perché fino ad oggi lo sport non è stato considerato, dalle istituzioni, alla stessa altezza di altri settori di investimento. Si deve fare di più per lo sport, quindi sostenere il settore con impianti adeguati e moderni, ma anche direttamente ed economicamente le società sportive che operano sul territorio».

    In chiusura l’intervento dell’arbitro di serie A, Luca Massimi: «Vengo da Mafalda, vicino a Montenero di Bisaccia, quindi non vengo da Marte. – ha esordito il fischietto della massima serie – Essere arbitro vuol dire avere il coraggio di decidere, senza scegliere la strada più semplice, sempre con onestà. La domanda che ci facciamo spesso quando dobbiamo decidere, magari in un solo secondo, è questa: e se sbaglio? Non abbiate paura di sbagliare, perché se siete realmente preparati, coraggiosi e competenti non sbaglierete. – ha aggiunto rivolgendosi ai tanti ragazzi delle scuole calcio presenti – Non abbiate paura dei “professori”, che pur non sapendo nulla del vostro lavoro sono pronti a giudicarvi e criticarvi.

    Le critiche sono importanti, ma diamo loro il giusto peso, senza farci schiacciare e condizionare. Ansie, paure, stress ci portano ad isolarci. Non permettiamo che accada. Otto sono le ore di lavoro medie di un dipendente: anche voi ragazzi, non dedicate allo studio, il vostro lavoro di adesso, più di otto ore giornaliere. Nel resto del tempo che avete iniziate a sognare, dedicate tempo a realizzare il vostro obiettivo di vita, che va al di là della scuola. Il tempo è prezioso, è l’unica risorsa che nessuno ci darà mai indietro. Non perdete tempo, emozionatevi, sognate in grande, siate onesti con voi stessi, costa fatica e sudore, ma dovete essere disposti a farlo. E siate umani, qualsiasi cosa facciate. Fate quello per cui siete nati, fatevi seguire dall’istinto, continuate sulla vostra strada».  

    Francesco Bottone

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