«Il tartufo è il tesoro del nostro Molise e tutti insieme abbiamo il dovere di tutelarlo e promuoverlo nel mondo». Così Nicola Cavaliere, assessore regionale all’Agricoltura, che ha preso parte al convegno organizzato nell’ambito della 27esima edizione della mostra mercato del tartufo bianco pregiato di San Pietro Avellana. «La promozione di questa magnifica eccellenza locale rappresenta per me da sempre una priorità, sin dal primo mandato da assessore all’Agricoltura. – ha rimarcato Cavaliere – Ripartiamo con entusiasmo dal riconoscimento Unesco, traguardo raggiunto mesi fa grazie al lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni e territorio. Proprio attraverso questo modello dobbiamo ora puntare a crescere, perché tartufo significa difesa della biodiversità, ma anche vero sviluppo economico e valorizzazione delle aree interne. Adesso dobbiamo programmare con convinzione il futuro, pensando al potenziamento del vivaio regionale di San Pietro Avellana e al rafforzamento generale del settore, anche tramite bandi ad hoc inerenti il prossimo Psr 2023 – 2027».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Provincia di Isernia, Alfredo Ricci, il quale ha rimarcato l’importanza del tartufo non solo «come risorsa economica, bensì come volano di sviluppo: una scommessa intrapresa congiuntamente dall’amministrazione provinciale e dall’amministrazione comunale di San Pietro Avellana nella quale crediamo fortemente».
«San Pietro Avellana – ha spiegato la sindaca Simona De Caprio – è ormai un punto di riferimento per il centro Sud per quanto riguarda il tartufo bianco. Anche quest’anno, soprattutto per via della variabilità climatica, non vi è stata abbondanza di tartufi bianchi: tuttavia, nonostante il prezzo sia schizzato nel giro di una settimana dai duemila ai circa quattromila e duecento euro per le pezzature più grandi, le “pepite” più rilevanti esposte quest’anno si attestano tra i 60 e i 118 grammi, la richiesta non manca. Questo ci spinge a continuare nella direzione della valorizzazione e della diffusione di questa preziosa risorsa di cui il nostro territorio ricco di biodiversità è florido custode».
Ai lavori del convegno hanno preso parte esperti e studiosi che hanno messo a fuoco l’attuale situazione affrontando l’argomento sotto diversi aspetti: dal punto di vista ambientale, analizzando le procedure di realizzazione di tartufaie controllate/coltivate e delle relative autorizzazioni, a quello finanziario, collocando la tartuficoltura nel contesto programmatico dell’Unione Europea e, infine, dal punto di vista enogastronomico, analizzando le proprietà organolettiche che contraddistinguono questo «pregiato diamante della terra».