«Quello che ha fatto l’Atc Chietino Lancianese è inaudito e pericoloso perché mette a rischio di sanzioni penali tanti cacciatori. La Regione intervenga immediatamente per ristabilire la corretta applicazione del calendario venatorio».
Angelo Pessolano, presidente provinciale del Chietino dell’ArciCaccia, interviene duramente a commento della notizia data dalla presidenza dell’Ambito territoriale di caccia Chietino-Lancianese. «Nessuna pre-apertura della caccia nel mese di settembre nell’Atc Chietino Lancianese, ma un’unica apertura generale domenica primo ottobre». Così ha deliberato il Comitato di gestione dell’ATC Chietino Lancianese che, riunitosi nella serata di ieri, ha richiamato l’articolo 31 (comma 2 lettere a e f) della Legge regionale 10/2004 istituendo su tutto il suo territorio di competenza, da oggi 13 settembre a sabato 30 settembre (incluso), un’area di rispetto temporanea per consentire un efficace insediamento di popolazioni di fauna selvatica con particolare riferimento ai recenti contingenti di ripopolamento.
«Gli Atc possono prevedere queste sospensioni solo per le specie stanziali e non per le specie migratorie. – riprende Pessolano – Bisognerebbe leggere bene l’articolo 31 a cui fanno riferimento dall’Atc. Inoltre gli Atc potrebbero solo anticipare la chiusura della caccia ad una specie e non posticiparne l’apertura, che resta di competenza regionale, in base al calendario venatorio. Qui vige l’anarchia totale: si emettono ordinanze come se il Coges fosse un sindaco. Si decide di chiudere all’ultimo momento fregandosene se qualcuno che certamente non riusciremo ad avvisare domani e il 16, forte del calendario venatorio regionale, esce legittimante a caccia e preleva uno degli animali previsti dal calendario venatorio. Se fermato dagli organi preposti, quel cacciatore rischia il penale, gli tolgono il porto d’armi. Chi paga i danni poi? Chi sarà responsabile? Non potevano fare una riunione con gli altri Atc e mandare un documento unitario alla Regione chiedendo di togliere le pre-aperture?».