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  • Legge Fiano già in vigore a Schiavi: la lapide di Auro d’Alba sbianchetta i suoi trascorsi fascisti

    SCHIAVI DI ABRUZZO – Legge Fiano già in vigore a Schiavi: la lapide di Auro d’Alba cancella i suoi trascorsi fascisti.

    Iscrizione politicamente corretta, ma falsa quella ideata dall’ArcheoClub. Bottone fu console generale della Milizia e capo ufficio stampa, ma è meglio non dirlo.

    Nelle scorse settimane l’ArcheoClub di Schiavi ha organizzato, finalmente, una giornata di studi su Auro d’Alba, figlio illustre del “tetto” del Vastese, per troppo tempo dimenticato. Nel corso di quella giornata è stata posta, in piazza Vittorio Emanuele II, una lapide commemorativa dedicata al giornalista-poeta-soldato. L’iscrizione lascia però perplessi, perché di fatto evita ogni riferimento al Ventennio fascista, di cui Auro d’Alba è stato invece esponente di primo piano.

    Si legge infatti sulla lapide: “Pluridecorato della Grande guerra, giornalista e poeta futurista, nei suoi versi il legame profondo con il paese natio e la sua gente” “A ricordo dei meriti umani, culturali e letterari”.

    Tutto verò, per carità, ma chi ha commissionato quella lapide, evidentemente un elettore o un ammiratore dell’onorevole Emanuele Fiano, ha deliberatamente dimenticato i trascorsi fascisti del poeta-soldato. Perché infatti se è vero che Auro d’Alba (pseudonimo di Umberto Bottone, ndr) è stato pluridecorato della Grande guerra, è altrettanto vero che dopo aver aderito al Partito politico futurista, si unì ai seguaci di Benito Mussolini e collaborò al Popolo d’Italia. Successivamente fu membro del primo direttorio del fascio romano di combattimento e fondò a Roma una squadra d’azione cui diede nome La Guascona. Partecipò ad azioni squadristiche ed alla marcia su Roma nello stato maggiore dello squadrismo dell’Urbe. Nel 1923, quando venne fondata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, collaborò alla sua organizzazione e ne divenne in seguito capo dell’ufficio stampa e console generale. Nel settembre del 1935, quando venne costituito il Reparto mobile stampa propaganda e storico della milizia, la direzione fu affidata al B., che con questo incarico partecipò alla guerra d’Etiopia, distinguendosi in azioni che gli valsero una medaglia d’argento al valor militare e due croci al merito di guerra. Risale a questi anni la composizione di poesie quali: Preghiera del legionario, Duce, Cantate di legionari, L’aquila legionaria, alcune delle quali, cantate dai militi in occasione di pubbliche celebrazioni, gli valsero la denominazione di poeta ufficiale della milizia.

    Insomma, Umberto Bottone alias Auro d’Alba fu un esponente di primo livello del Ventennio, console generale della Milizia e capo dell’ufficio stampa, medaglia d’argento al valor militare con due croci al merito di guerra durante la campagna d’Africa e poeta ufficiale del fascismo.

    Ma queste cose, sulla lapide dell’ArcheoClub, meglio non scriverle, perché l’accusa di apologia è dietro l’angolo.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

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