AGNONE – Il “San Francesco Caracciolo” avrà riconosciuto lo status di ospedale di area particolarmente disagiata grazie e soprattutto al bacino d’utenza abruzzese che gravita sulla struttura di frontiera alto molisana. Lo scrive don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Trivento che cita fonti del ministro dell’Economia.
“Ora la notizia è ufficiale – esordisce don Francesco Martino – l’ospedale di Agnone è stato riconosciuto come struttura di area particolarmente disagiata configurato secondo il Regolamento sugli standard ospedalieri del 2 aprile 2015 (Decreto n. 70. detto Balduzzi). Tale riconoscimento – prosegue il prelato – secondo il ministero dell’Economia, è stato possibile grazie alla stragrande maggioranza di utenti provenienti dall’Abruzzo, essendo la popolazione molisana teoricamente interessata esigua. Di conseguenza, più che di ospedale di Agnone, bisognerebbe parlare di presidio di emergenza urgenza in area particolarmente disagiata interregionale abruzzese-molisana. Questo risultato, per adesso sulla carta, è oggi una notizia di eccezionale importanza – sottolinea don Martino – e vanno ringraziati tutti coloro che, a cominciare dall’amministrazione comunale di Agnone, dai presidenti delle regioni Abruzzo e Molise, dai parlamentari Maria Amato, Danilo Leva, dall’assessore Silvio Paolucci e dal consigliere regionale abruzzese Alessio Monaco, dal Vescovo di Trivento, Domenico Angelo Scotti, dal direttore Caritas don Alberto Conti, dai Comitati Articolo 32 e Cittadino C’è, dai sindaci abruzzesi e molisani intervenuti nella vicenda, da tutti coloro che in qualsiasi modo hanno dato una mano hanno reso possibile questo risultato di squadra importante soprattutto per le generazioni future, i nostri figli e il nostro futuro in questa terra. Anche se, come costume, qualcuno intenderà sminuire, fare le solite polemiche, il fatto è di estrema importanza, in quanto questo già non era un risultato affatto scontato: oggi le carte ci sono, prima c’erano opinioni. Per tale motivo invito tutti a rimboccarsi le maniche, a guardare con un po’ più di fiducia al domani, e lasciarsi da parte per adesso un atteggiamento disfattista e con uno scatto di orgoglio – conclude il parroco – compiere la transizione verso il nuovo assetto con intelligenza, creatività e forza nel rivendicare l’adeguamento degli organici del personale sanitario e tecnico al modello previsto, l’ammodernamento tecnologico e strumentale necessario e gli investimenti indispensabili”.