Mentre in Regione, a Campobasso, cincischiano, tra l’imbarazzo di non aver mantenuto per l’ennesima volta la parola di rilanciare l’ospedale “Caracciolo” e quello di dover far finta di resistere agli ordini sui tagli e i ridimensionamenti che vengono da Roma, è un altro il Consiglio regionale dove si fanno le barricate, sia pure metaforiche e in giacca e cravatta, per tentare di ribadire che anche nelle aree interne e montane il diritto ad avere un ospedale e un Pronto soccorso che ti salvi la vita è sacrosanto al di là della consistenza numerica delle popolazioni interessate.

Alessio Monaco, consigliere regionale d’Abruzzo e soprattutto, non ce ne voglia, sindaco di un piccolo Comune montano e di confine, Rosello nel Chietino, ha preso carta e penna e ha presentato una risoluzione in Consiglio regionale per la salvaguardia del presidio e il rafforzamento della cooperazione sanitaria Abruzzo-Molise. Il capogruppo Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) in regione Abruzzo, Alessio Monaco appunto, ha depositato una risoluzione urgente, indirizzata al presidente della V Commissione e al presidente del Consiglio regionale, per «scongiurare il declassamento dell’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone e per rafforzare la cooperazione sanitaria tra Abruzzo e Molise».

L’iniziativa di Monaco arriva in risposta alla bozza del nuovo Piano operativo sanitario (POS 2025/2027) della Regione Molise, che prevede il ridimensionamento della struttura molisana da “ospedale di area particolarmente disagiata” a “ospedale di comunità”.

«L’ospedale di Agnone è da decenni un punto di riferimento sanitario fondamentale non solo per l’Alto Molise, ma anche per centinaia di cittadini residenti nei comuni abruzzesi confinanti della provincia di Chieti» dichiara Monaco. Come evidenziato nella risoluzione a sua firma, per «ragioni di prossimità, storicità e accessibilità logistica, residenti di centri montani e interni come Castiglione Messer Marino, Schiavi di Abruzzo, Fraine, Torrebruna, Carunchio, Rosello, Borrello, Roio del Sangro e altri, usufruiscono stabilmente dei servizi del “Caracciolo”».

«Il paventato declassamento dell’ospedale di Agnone non è solo una questione che riguarda il Molise; – sottolinea il consigliere regionale Alessio Monaco – è una scelta che compromette direttamente il diritto alla salute dei nostri concittadini delle aree montane e interne. Queste zone, già segnate da difficoltà e spopolamento, non possono permettersi di perdere l’unico presidio sanitario di prossimità».

La risoluzione Monaco impegna la Giunta regionale dell’Abruzzo, guidata da tale Marco Marsilio, considerato un “centurione” di Giorgia Meloni, a intraprendere azioni immediate su più fronti: intervenire con urgenza presso la Regione Molise e il Ministero della Salute per rappresentare l’interesse dei territori abruzzesi al mantenimento dell’ospedale Caracciolo come presidio operativo e funzionale; promuovere il rinnovo dell’accordo di confine interregionale Abruzzo-Molise per formalizzare e garantire la fruizione stabile dei servizi sanitari di Agnone da parte dei cittadini abruzzesi; valutare forme di sostegno concreto alla struttura, anche economico o tecnico, compatibilmente con la normativa vigente, a tutela delle popolazioni del Chietino interno; coinvolgere i sindaci dei territori interessati, le rappresentanze sociali e le autorità sanitarie locali in un percorso condiviso per la difesa del diritto alla salute.

Audace richiesta, quella di Monaco, ma perfettamente in linea con la Costituzione: quell’ospedale di confine serve anche ai residenti del basso Chietino, quindi la Giunta regionale d’Abruzzo deve considerare l’ipotesi di stanziare fondi pubblici, cioè degli stessi cittadini, non certo di Marsilio o dell’assessore Verì, per aiutare e sostenere quel presidio sanitario di area particolarmente disagiata.

«La Costituzione – sottolinea infatti Alessio Monaco – tutela il diritto alla salute come diritto fondamentale, all’articolo 32. Gli accordi interregionali di confine sono lo strumento legittimo per onorare questo principio, specialmente a favore delle aree più disagiate». Negli anni scorsi, la Giunta D’Alfonso, di centrosinistra, nella quale Monaco sedeva tra i banchi della maggioranza, stilò gli accordi di confine, che prevedevano addirittura uno scambio di personale medico tra gli ospedali abruzzesi e il “Caracciolo”. Accordi di confine sabotati, letteralmente, dalla classe politica molisana, per insondabili motivazioni. «L’Abruzzo deve agire immediatamente per tutelare i propri cittadini e dimostrare solidarietà e senso di responsabilità territoriale» chiude Monaco.
Francesco Bottone