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  • Niente caccia a settembre, niente tasse: l’ArciCaccia lancia lo sciopero fiscale contro la Regione

    «Niente caccia, niente tasse! Niente tesserino regionale e chi l’ha già ritirato lo lasci nel cassetto sino all’apertura. Per cercare di ottenere quel minimo rispetto che ci spetta come cacciatori, non paghiamo la tassa regionale né la concessione governativa prima dell’ultima settimana di settembre».

    Primo da sinistra, Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia

    Lo sciopero delle tasse da versare alla Regione Abruzzo e allo Stato, dopo aver già pagato a marzo la quota di iscrizione all’Atc, arriva da Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia Chieti. Il dirigente dell’associazione venatoria che sta crescendo costantemente soprattutto nel Vastese lancia una sorta di sciopero, una vera e propria protesta fiscale contro l’ennesimo calendario venatorio considerato un’offesa per i cacciatori abruzzesi.

    La Regione Abruzzo, infatti, continua a far slittare l’apertura della stagione venatoria sempre più avanti nel calendario, pensando di indorare la pillola con qualche giornata di preapertura durante il mese di settembre. Preaperture a specie di scarso interesse venatorio, come cornacchie e gazze, che di fatto si traducono nell’impossibilità di cacciare altre specie che solo in settembre si riuscirebbero a trovare sul territorio del Vastese, ad esempio la quaglia e la tortora.

    L’assessore regionale alla Caccia, Emanuele Imprudente (Lega)

    «Sospendiamo gli abbattimenti selettivi al cinghiale nel mese di settembre. – riprende Angelo Pessolano – Niente caccia alla stanziale, niente abbattimenti di cinghiali; il niente purtroppo chiama il niente. Chi non ha il coraggio politico di prendere decisioni poco piacevoli per ambientalisti, animalisti, istituti filo ambientalisti, si faccia aiutare da loro nella salvaguardia dei territori e soprattutto nel contenimento dei danni che ne scaturiranno al comparto agricolo. Cacciatori tirate fuori un po’ di orgoglio: non andate a sparare gazze e cornacchie, ma soprattutto merli. Noi non siamo quel che loro credono, noi siamo cacciatori, non seminatori di pallini».

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