AGNONE. Dov’è la Day surgery? Dove sono gli ambulatori territoriali? Dove sono i medici per il reparto di Medicina e quelli per il servizio di Dialisi, Radiologia e del laboratorio Analisi? Sono gli interrogativi che il comitato “Il Cittadino c’è” pone all’indomani del botta e risposta tra il consigliere di opposizione Daniele Saia e l’assessore comunale alla Sanità, Edmondo Amicarelli. Per mano della portavoce Enrica Sciullo, il comitato nato anni fa a salvaguardia dell’unico presidio ospedaliero presente sul territorio, ricorda, che a breve anche il responsabile dell’unico reparto esistente (Medicina, ndr), Giovanni Di Nucci, andrà in pensione e l’Unità operativa complessa sarà azzerata, in quanto, resterà un solo medico in servizio. Sì cari signori, avete capito bene, si chiuderà se non si trovano soluzioni a breve, prosegue Il Cittadino c’è. “Rappresentiamo uno spaccato che anticipa di pochi anni le realtà periferiche del Molise, perché se non si hanno risorse tecnologiche ed umane per garantire i servizi a tutta la sanità pubblica della regione, nelle condizioni attuali, siamo soccombenti nei confronti di una sanità privata organizzata e soprattutto dal punto amministrativo motivata verso il profitto. I concorsi che sono stati banditi per mantenere i servizi aperti, dopo un primo impulso operoso, giacciono sulle scrivanie amministrative. Le graduatorie alle quali non si è ancora attinto, più passa il tempo più diventano esigue. Signori – sottolinea il comitato – il resto d’Italia non aspetta noi e, i professionisti, trovano lavoro altrove, ed è difficile che tornino a lavorare nelle nostre strutture ancora da riorganizzare, senza una rete di servizi nella quale lavorare, dovendone affrontare tutte le oggettive difficoltà. E la responsabilità di chi è? Sono oggettivamente di tutti noi! Nessuno escluso. Mentre i commissari sono espressione del Ministero della Salute, quindi della politica nazionale, la direzione aziendale è espressione della politica regionale. In teoria i commissari dettano le linee, la direzione aziendale dovrebbe applicarle nell’interesse della collettività! Interesse che teniamo a rilevare non si fa vantando un miglioramento dei Lea grazie a dei progetti di screening, ma favorendo all’accesso ai servizi e valutando la qualità percepita dall’utenza che ad oggi nessuno misura. Ci fermiamo qui, perché, lo ripetiamo, tutti noi siamo responsabili della situazione in cui versiamo nel momento stesso in cui non abbiamo preso posizione in maniera chiara in merito ai tagli che, di fatto, ci hanno portato alla realtà che viviamo e soprattutto continuiamo a sprecare energie in proclami vuoti e accuse reciproche. Prendiamo atto di questo – conclude Il Cittadino c’è – e poiché in questa regione, al momento ci viviamo, prendiamo posizione per far valere e rivendicare i servizi pubblici necessari alla nostra sopravvivenza locale e regionale. Ora o mai più!”
Servizi soppressi e apparecchiature sottratte – Nel suo intervento Il Cittadino pone l’accento su servizi sospesi da un giorno all’altro, vedi ambulatorio di Ortopedia con relativa Chirurgia ambulatoriale, nonché della presenza dell’unico ecografo di Ginecologia portato ad Isernia e mai tornato indietro con tutte le conseguenze che il caso comporta.
Amicarelli nell’occhio del ciclone – A finire nel mirino del comitato le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Edmondo Amicarelli che, a detta della portavoce Sciullo, nega ogni oggettivo problema in merito all’ospedale e al suo riconoscimento di area disagiata e, all’ultimo consiglio comunale monotematico in cui è intervenuto il presidente di Regione Donato Toma era assente.
Struttura di area disagiata – In merito alla presenza nel Pos dell’”ospedale di area particolarmente disagiata di Agnone” e del persistere di tale dicitura – ribatte il comitato – abbiamo molti dubbi perché sappiamo bene che questa condizione è riconosciuta fino al raggiungimento del pareggio di bilancio, cosa che con tutte le manovre in atto potrebbe essere prossima a decadere. Abbiamo il vecchio Pos scaduto e non attuato, nel quale avevamo il riconoscimento di area particolarmente disagiata. Allora torniamo a chiedere: siamo o no struttura di area disagiata?