«Il “Caracciolo” di Agnone deve essere ospedale di zona disagiata perché l’ospedale di zona disagiata a differenza del Presidio Territoriale di Assistenza ha obbligatoriamente il pronto soccorso H24». La posizione, netta e decisa, è del dirigente medico, da poche settimane in pensione, Fioravante Di Giovanni.

Il dottore Di Giovanni, medico, ma anche manager del comparto sanitario, ha già diretto, in passato, il distretto sanitario di Castiglione Messer Marino e più recentemente il Presidio Territoriale di Assistenza di Casoli, sempre nel Chietino. Quel presidio ha lavorato e lavora da anni su un modello territoriale forte che prende in carico la fragilità e i cronici, grazie anche alla teleassistenza, ed è stato in grado di ridurre del venti per cento, stando alle stime dell’azienda sanitaria, i ricoveri impropri. Un modello che però, per stessa ammissione di chi ha diretto quel presidio territoriale, non è adatto ad Agnone e all’Alto Molise.

«L’ospedale di zona disagiata deve avere una caratteristica fondamentale: deve stare in una zona disagiata. – dichiarava alla stampa il dottore Di Giovanni negli anni scorsi – Agnone ha il diritto di avere l’ospedale di zona disagiata. Atessa, Guardiagrele e il resto no. Per questi altri territori gli ex piccoli ospedali devono essere riconvertiti in presidi territoriali con posti letto per la cronicità».

La trasformazione del “Caracciolo” in un ospedale di comunità o presidio territoriale di assistenza viene quindi bocciata proprio dal dirigente di una struttura analoga del confinante Chietino. E oggi il dottore Di Giovanni insiste sulla necessità dell’emergenza urgenza sul territorio dell’Alto Molise. «Senza pronto soccorso un presidio in quelle zone non ha senso. – insiste – E serve anche l’alto Vastese. Se penso che nel 2014 sembravano fatti gli accordi di confine. Non mollate, scendete in piazza».

Gli accordi di confine, che sembravano cosa fatta undici anni fa, sono stati lasciati cadere nel nulla, sabotati, dimenticati in un cassetto. Nei giorni scorsi, su queste colonne, il consigliere regionale Alessio Monaco ha annunciato una risoluzione urgente, presentata in Regione Abruzzo, finalizzata proprio a riprendere e concretizzare quegli accordi bi-regionali di confine.

«Oltretutto – prosegue Fioravante Di Giovanni – chi parla di declassamento del “Caracciolo” ad ospedale di comunità non ha idea della differenza tra ospedale di comunità e casa di comunità. Concludo, un ospedale di comunità senza la garanzia del pronto soccorso attivo H24 diventerà un ospizio. Non mollate».
Francesco Bottone