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  • Ospedale nella rete universitaria, Greco: «Porto in Consiglio la proposta del medico Paglione»

    «Ormai è cristallino: l’ospedale di Agnone lo vogliono chiudere. Nei confronti di tutti i molisani e dei cittadini che in quest’area vivono e vogliono vivere con dignità ho il dovere della trasparenza». Andrea Greco, consigliere regionale, entra nel dibattito circa le sorti dell’ospedale cittadino, dopo l’incontro pubblico, nei giorni scorsi, con la direttrice amministrativa dell’Asrem, Grazia Matarante.

    «Ho aspettato qualche giorno prima di intervenire in merito all’ultimo incontro in cui si è parlato anche del futuro della sanità, sperando che qualcuno reagisse. Ma quello che più mi addolora è la rassegnazione della comunità altomolisana di fronte a una fine che sembra già scritta. Rassegnazione che non può e non deve prevalere sul diritto alla salute di un territorio» continua il consigliere Greco.

    «Ci descrivono come un’area disagiata, ma di disagiante c’è solo l’atteggiamento di chi viene qui a prenderci in giro, in compresenza del primo cittadino che dovrebbe difendere il territorio invece che le posizioni dell’azienda sanitaria. – aggiunge – La verità è che dopo le parole del presidente Roberti, si stanno muovendo concretamente per chiudere il reparto di Medicina e, di conseguenza, l’intero presidio. Il tutto nel silenzio politico del presidente della Provincia, che è anche sindaco di Agnone, eletto solo grazie ai voti del centrodestra. Nel frattempo, c’è chi dice che in alto Molise serva una Rsa o una “casa della salutesenza medici: vi stanno anestetizzando e lo stanno facendo in modo bipartisan, senza distinzioni di colore politico».

    «Non possiamo permettere che il diritto alla salute dei cittadini venga calpestato nel silenzio generale. Sono stanco di queste continue prese in giro. Sono stanco di chi non ha il coraggio di dire le cose come stanno. – argomenta Greco – Se tutto questo fosse accaduto in passato, gli amministratori locali sarebbero dovuti tornare a casa senza possibilità di ritorno. Mentre oggi al posto di prendere a “pesci in faccia” chi sta umiliando questa comunità, il pesce glielo offrono».

    «Allora torno a dirlo: il personale non viene messo in condizioni di lavorare, i chirurghi non hanno mai potuto operare, quei pochi medici che ci sono li fanno scappare, i servizi funzionano a singhiozzo e solo grazie alla disponibilità di chi non può permettersi neppure di andare in ferie.

    In tutto questo si fanno concorsi in modo generico e sconclusionato, senza alcuna strategia mirata per Agnone. Così come il Caracciolo dovrebbe essere incluso nella rete universitaria: cosa che consentirebbe di dare alla struttura forze giovani e fresche. Soluzione che mi è stata suggerita dal giovane dottor Paglione e che presto porterò anche in Consiglio regionale.

    Quello che questi signori ancora non hanno capito è che l’ospedale di Agnone è un presidio di civiltà, una garanzia per la vita delle nostre comunità. E chi oggi non si ribella al disegno di smantellamento in atto, domani si prenderà la responsabilità di esserne complice. Non rassegniamoci: facciamo sentire la nostra voce».

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