«Le grandi fabbriche sono punti che assembrano di fatto, dal trasporto su bus fino alle catene di montaggio, alle mense. Questo è il primo controsenso, lo Stato chiude tutto, in primis le scuole e vieta spostamenti con sanzioni anche penali per chi non rispetta i decreti. Il governo Italiano al contrario della Cina non chiude le fabbriche, ma continua a dire restate a casa mentre le linee di montaggio continuano a produrre dalla forza operaia a rischio personale e di tutte le famiglie. In questi giorni lo abbiamo ribadito in tutte le salse scrivendo anche al presidente della Regione che in merito, come al solito, ha fatto scena muta. Ora Basta. Noi restiamo a casa, ci asteniamo dall’andare a lavorare e scioperiamo. Siamo pronti a ritirare la protesta solo quando il governo e l’azienda decidono di retribuirci le assenze e di fermare tutto, non possiamo permetterci di perdere altri soldi per un diritto inalienabile quello di mettere in prima linea la sicurezza e la salute collettiva.Vogliamo sconfiggere il corona virus, ma non vogliamo essere presi in giro».
E’ quanto si legge in un comunicato sindacale siglato da Andrea Di Paolo, noto sindacalista agnonese.
E così, sin dal turno di ieri sera, è scattato lo sciopero di 8 ore in Fiat FCA a Termoli. La protesta andrà avanti fino a sabato 14 marzo, fanno saper il Sindacato Operai Autorganizzati e FlmUniti Cub provinciale di Campobasso.