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  • Piano sociale: Agnone sfida la Regione, ricorso al Tar contro l’accorpamento dell’Ambito territoriale

    Il Comune di Agnone ha deciso di battersi fino in fondo contro la riorganizzazione dei servizi sociali voluta dalla Regione Molise. Con una delibera unanime approvata dalla Giunta comunale, l’amministrazione guidata dal sindaco Daniele Saia ha dato il via libera al ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la controversa delibera regionale che sancisce l’accorpamento dell’Ambito territoriale sociale di Agnone a quello di Isernia. La battaglia legale, per cui sono stati stanziati circa 4.000 euro, rappresenta l’ultimo atto di una resistenza che va avanti da mesi. Al centro della disputa c’è il Piano Sociale Regionale 2025-2027, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 3 giugno, che prevede la drastica riduzione degli Ambiti Sociali dagli attuali sette a tre: Alto, Medio e Basso Molise.

    “L’accorpamento viola il principio di sussidiarietà e riduce drasticamente la capacità di gestione diretta da parte dei Comuni”, denuncia la delibera comunale. Le parole sono nette e non lasciano spazio a interpretazioni: la riforma regionale “andrebbe a penalizzare fortemente i territori e il concetto di servizi sociali di prossimità”.

    Il territorio di Agnone, caratterizzato da morfologia montana e popolazione dispersa, secondo l’amministrazione comunale necessita di un’organizzazione dei servizi sociali su misura, impossibile da garantire con le “pachidermiche forme di organizzazione” previste dal nuovo piano regionale. Per condurre la battaglia davanti al Tar, il Comune ha affidato l’incarico agli avvocati Michele Sansone e Stefano Scarano. Il sindaco Saia è stato autorizzato a firmare la procura alle liti per rappresentare non solo Agnone, ma l’intero Ambito Territoriale Sociale di cui il comune altomolisano è ente capofila. La spesa complessiva di 3.949,96 euro comprende onorari legali, spese generali e tutti i costi processuali. Un investimento che l’amministrazione considera necessario per tutelare gli interessi di un territorio che non intende subire passivamente decisioni calate dall’alto. La scelta di ricorrere al Tar non è isolata, ma rappresenta la volontà unanime espressa dai sindaci dell’Ambito Territoriale di Agnone fin dallo scorso gennaio. Già con la delibera del 23 gennaio 2025, il Comitato dei Sindaci aveva manifestato “ferma contrarietà” alla bozza di piano regionale.

    “Il mantenimento dell’assetto organizzativo dell’Ats di Agnone è imprescindibile per garantire la corretta funzionalità dei servizi sociali di prossimità”, ribadisce il documento approvato dalla Giunta. Una posizione che riflette la preoccupazione concreta per le “numerose forme di fragilità” presenti in un territorio già penalizzato dalla sua posizione geografica. La posta in gioco va oltre i confini amministrativi. Si tratta di preservare “il patrimonio pluriennale degli ambiti sociali in termini di esperienze e attenzione” costruito negli anni. Un patrimonio che, secondo Agnone, rischia di essere disperso dalla logica dell’accorpamento. Il ricorso al Tar rappresenta quindi l’ultima chance per un territorio che non vuole arrendersi alla centralizzazione dei servizi. Una battaglia che si preannuncia complessa, ma che Agnone ha deciso di combattere con la determinazione di chi sa di difendere non solo la propria autonomia amministrativa, ma il diritto dei cittadini più fragili a ricevere servizi sociali adeguati e vicini alle loro necessità.

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