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  • Piloti americani abbattuti in Molise e soccorsi dalla popolazione, Air Crash Po di Cremona a caccia di testimonianze

    L’associazione Air Crash Po di Cremona è a caccia di testimonianze a proposito di un duplice episodio, verificatosi nell’ottobre del 1943, presso Vinchiaturo, quando due piloti americani furono abbattuti dietro le linee tedesche, ma si salvarono e vennero aiutati, nascosti e rifocillati da civili della zona

    «Ai primi di ottobre del 1943 gli Alleati stavano lentamente avanzando in territorio molisano; l’offensiva avrebbe portato alla liberazione di Campobasso il giorno 14 e condotto le truppe dell’Ottava Armata a ridosso della Linea Gustav, dove la tenace difesa tedesca le avrebbe successivamente bloccate fino alla tarda primavera del 1944. – spiega Agostino Alberti dell’associazione di Cremona – L’aviazione angloamericana deteneva il dominio dei cieli italiani e strade, ponti, linee ferroviarie, stazioni, depositi erano costantemente attaccati dagli aerei britannici e americani.

    Due aviatori, il 2nd Lt. William P. Feimer ed il Capt. Nielsen, i cui cacciabombardieri Curtiss P-40 Warhawk vennero colpiti dalla Flak tedesca, furono costretti a lanciarsi in territorio nemico ma, aiutati da civili ed evitarono la cattura, riuscendo infine a ricongiungersi con le truppe alleate».

    Il gruppo Air Crash Po di Cremona è a caccia di testimonianze dei due episodi, che stanno indagando con la collaborazione di una ricercatrice statunitense, Mrs. Patti Johnson. E l’appello che viene lanciato attraverso la nostra testata si rivolge quindi «ai lettori più anziani, ma anche a chi ha avuto modo di ascoltare racconti tramandati dalla tradizione orale: qualsiasi segnalazione sarebbe benvenuta».

    Il 4 ottobre del 1943, un pilota del 79th Fighter Group dell’USAAF venne abbattuto durante una missione che aveva per obiettivo Vinchiaturo. Si trattava del 2nd Lt. William P. Feimer, che riuscì faticosamente a lanciarsi con il paracadute, atterrando in un podere arato di fresco. Ferito al collo, fu immediatamente soccorso da contadini che lo condussero prima in un fossato, dal quale ebbe modo di osservare diversi soldati tedeschi sulle sue tracce e poi  in un cascinale. Qui trovò un ragazzo sui vent’anni e una bambina di dieci, i figli di uno degli uomini che lo avevano soccorso nel campo. Gli furono offerte un paio di uova.

    «Poi arrivò un uomo sulla sessantina, che parlava un inglese fluente e che aveva vissuto per trent’anni negli Stati Uniti. Si chiamava Giambattista Calavito, che lo condusse alla sua fattoria dove Feimer, dolorante, fu sistemato in una costruzione di pietra e mattoni che condivise con un mulo e delle galline. – spiega Agostino Alberti dell’associazione di Cremona – La mattina successiva fu svegliato prestissimo da Giambattista: i tedeschi stavano rastrellando tutte le fattorie della zona. Feimer venne condotto nel bosco, fatto sdraiare in un anfratto e fu ricoperto di rami e di foglie; nonostante la pioggia, resistette in quella scomoda posizione fino a mezzogiorno. Poi Giambattista lo raggiunse, gli offrì un piatto di spaghetti e un caffè e lo condusse in una grotta, dove il pilota rimase il 6 e il 7 di ottobre. Tutte le notti sentiva il sordo tambureggiare dell’artiglieria; era chiaro che il fronte era in movimento. L’8 ottobre venne nuovamente portato a casa di Giambattista, dove ebbe modo di farsi sbarbare da un ragazzo che fino a qualche settimana prima aveva fatto parte del Regio Esercito. Il dolore al collo e alla schiena era sempre più forte. L’11 ottobre alcuni civili scesero dal versante della montagna portando con loro sette soldati canadesi. Questi lo fecero accomodare a bordo di una sorta di lettiga e lo portarono di peso ad un vicino villaggio, dove trovò rifugio nell’edificio della scuola.

    La popolazione era in festa per la Liberazione e Feimer ebbe modo di gustare una deliziosa frittata. Il mattino successivo, il pilota fu condotto verso una strada ma i soldati canadesi si trovarono ben presto con le mani spellate e doloranti, così venne adagiato nel letto secco di un torrente. Lungo il tragitto, civili della zona offrivano frutta ai soldati e al pilota. Una jeep venne a prelevarlo e fu condotto prima in un ospedale militare, quindi-in treno-a Bari. Nel 1954 Feimer e sua moglie Louise tornarono a visitare i luoghi della sua “avventura dietro le linee nemiche”».

    «Meno dettagliate le informazioni sul Captain Melvin  Nielsen, che venne abbattuto l’1 ottobre del 1943 nei pressi di Vinchiaturo e riuscì a sua volta ad eludere la caccia dei tedeschi. Dopo aver preso terra si nascose in un bosco ma era ferito e venne soccorso da un civile, molto probabilmente un contadino che lo ospitò nella propria casa/cascina, si prese cura delle sue ferite e lo nutrì. Non va dimenticato che il solo fatto di ospitare un militare alleato costituiva un gravissimo rischio per la popolazione civile: tedeschi e fascisti arrestavano e passavano per le armi chi si prodigava per aiutare i soldati nemici. Fino al  14 ottobre, quando le truppe britanniche liberarono la zona, Nielsen rimase ospite del suo benefattore. Quando i canadesi giunsero a Vinchiaturo, il Captain rientrò al suo reparto. Alcuni giorni dopo, Nielsen venne convocato presso un posto di polizia dell’esercito inglese, dove riconobbe il contadino che lo aveva salvato. Era stato preso in custodia dalle autorità di occupazione in quanto trovato in possesso di un paracadute americano, ma anche di una nota scritta dallo stesso Nielsen, che raccontava per sommi capi la dinamica del suo abbattimento e del suo salvataggio da parte dell’uomo. L’ufficiale americano riconobbe immediatamente il suo benefattore, spiegò la situazione agli inglesi e ebbe modo di ringraziarlo pubblicamente per il grave rischio che aveva corso, aiutandolo nella drammatica situazione nella quale si era venuto a trovare. Non mancò una lauta mancia in denaro».

    Chi avesse ricordi o notizie o testimonianza dei fatti narrati è invitato a mettersi in contatto con l’associazione ai seguenti recapiti: Agostino Alberti  ago-109@teletu.it  0374 83118 oppure Luca Merli  merli.lucagabriele@gmail.com  342 5795804. 

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