«Si proceda a lavorare a ponte aperto, a traffico limitato, perché non si può pensare di lasciare un altro anno, o due, l’Alto Molise isolato dall’Alto Vastese e dal resto dell’Abruzzo. Anche perché, ce lo hanno detto chiaramente i vertici dell’Anas quando hanno presentato il progetto del primo stralcio, questi interventi da nove milioni di euro non potranno consentire la riapertura totale del viadotto Sente. Ogni mese che passa è ossigeno che manca alle comunità dell’entroterra, un danno incalcolabile all’economia e al tessuto sociale dell’intera area».
E’ stato questo l’appello accorato del consigliere regionale Andrea Greco, nel corso della seduta del Consiglio regionale di ieri mattina, in replica alle dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici, Michele Marone. E’ approdata in aula, infatti, l’interrogazione presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle, insieme al collega Angelo Primiani, finalizzata a chiedere all’assessorato competente e alla presidenza della Regione Molise lo stato dei fatti dei lavori di ripristino e messa in sicurezza del viadotto sul Sente, quello che collega l’Alto Molise e l’Alto Vastese, tra Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio. Oltre a conoscere lo stato di avanzamento degli interventi, i due consiglieri, nella interrogazione a risposta orale in aula, chiedevano all’assessore Marone di aggiornare il Consiglio tutto in merito alla procedura di ristatalizzazione dell’attuale provinciale 86 Istonia.
Marone, prendendo la parola, ha riferito, dandone lettura, quanto comunicato dall’Anas: «I lavori di primo stralcio sono stati consegnati in via d’urgenza all’appaltatore già individuato in ambito di accordo quadro in data 16 settembre. L’impresa appaltatrice si è attivata sia per la parte amministrativa, sia per quanto riguarda gli aspetti prettamente tecnici. Ad oggi si conferma la durata preventivata pari a trecentoventotto giorni decorrenti dalla consegna. In data 11 novembre, l’appaltatore ha presentato istanza di subappalto riferita a quota parte delle lavorazioni, ovvero quelle riguardanti la pila sette. Tale richiesta è attualmente in fase di istruttoria da parte di Anas con tempistiche dettate dall’iter di verifiche, circa quaranta giorni, terminate le quali anche il subappalto richiesto su una parte dei lavori potrà intendersi operativo. Parallelamente si sta procedendo nel definire gli ultimi aspetti di dettaglio per gli interventi sulle pile alte uno, due e tre. Di recente, infatti, è stato effettuato un sopralluogo sul viadotto da parte dell’impresa appaltatrice con propri consulenti tecnici. Ciò premesso, si ipotizza un inizio effettivo delle lavorazioni entro fine anno, con un impulso delle attività a partire dal 2025 al fine di concludere i lavori entro agosto prossimo venturo, come da i dettami puntuali del contratto».
Questo dice, nero su bianco, l’Anas. «Relativamente alla procedura di statalizzazione – ha poi continuato Marone – dopo reiterati solleciti forniti da questo assessorato, proprio ieri abbiamo ricevuto dal Consiglio superiore dei lavori pubblici questa comunicazione: in merito alla procedura di inserimento della sp 86 e di altre tratte proposte dalla Regione Molise nell’ambito della rete di strade di interesse nazionale, il parere previsto dalle normative vigenti è attualmente in corso di predisposizione da parte di apposita commissione che provvederà a finalizzarlo probabilmente nella prossima assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici prevista per il mese di dicembre».
«Quindi, – ha poi commentato l’assessore Marone – a seguito di questa comunicazione formale del Ministero, possiamo riferire all’aula all’interrogante che penso prima di Natale e comunque entro l’anno, sarà finalmente fissata la seduta conclusiva per chiudere questa procedura avviata dal sottoscritto già circa un anno fa».
La parola poi al consigliere Greco per una replica alla risposta fornita dall’assessore competente. «Mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla risposta dell’assessore Marone. La vicenda del viadotto Longo rischia uno stallo per via del subappalto dei lavori della pila sette, quelli tecnicamente più importanti e complicati. Questo ovviamente porterà a delle lungaggini. Mi chiedo: non si sapeva già, nella fase iniziale, che la ditta non aveva la capacità tecnica e organizzativa per far fronte a quel tipo di lavori? Sostanzialmente si prevede l’inizio dei lavori entro l’anno, per poi accelerare nel 2025. La questione del Sente ha messo letteralmente in ginocchio la comunità dell’Alto Molise. Attività hanno chiuso a causa dell’interdizione al traffico del viadotto. Non solo: tutta la mobilità sanitaria e scolastica. Le classi delle scuole superiori erano composte per metà da studenti dell’Alto Vastese. Oggi invece si sono state chiusure di sezioni, un impatto enorme sulla vita economica dell’Alto Molise. Ulteriori quaranta giorni di attesa non faranno altro che peggiorare la situazione.
Già nella prima fase, quando era ministro Toninelli, chiedemmo con forza una cosa su tutte: che si verificasse, tramite l’installazione di sensori di movimento, la possibilità di transito veicolare leggero, magari con impianti semaforici, per poter permettere una riapertura immediata del viadotto. Trecentocinquantamila euro sono stati letteralmente gettati nel gabinetto, per una prima progettazione che di fatto è inutilizzata. Non possiamo stare zitti rispetto a questo. Lei, assessore, non ha risposto in merito a questo. E la Provincia di Isernia avrebbe dovuto pretendere l’apertura parziale al traffico veicolare. Lei, presidente Roberti, che è ingegnere, sa bene che su un viadotto, con le dovute verifiche, si può permettere il traffico veicolare a cantieri aperti. Non si può pensare di attendere altri due anni, perché anche alla fine del primo stralcio di lavori il viadotto non riaprirà. Bisogna obbligatoriamente non solo intercettare gli altri sei milioni di euro che servono al completamento dei lavori, che al momento non ci sono, ma anche chiedere ad Anas di lavorare a ponte aperto. Lo fanno ovunque. Vi prego, fate tutto quello che è in vostro potere per riaprire al traffico leggero immediatamente, perché altrimenti quelle comunità soffocheranno definitivamente».
Francesco Bottone