“I problemi della sanità molisana sono diversi e più volte abbiamo suonato l’allarme. In estrema sintesi, potremmo riassumerli in: carenza di personale e rapporti con i privati accreditati, sbilanciati a favore di questi ultimi. Il Piano operativo sanitario dovrebbe tenere conto di queste enormi criticità, per risanare i nostri conti e, al contempo, offrire servizi migliori ai cittadini. In quello recentemente approvato dal governatore-commissario, ad esempio, occorreva essere più incisivi in merito ai contratti con i privati. Una volta per tutte bisogna fissare i tetti e limitare le prestazioni extraregionali a istituti quali Neuromed e Gemelli Molise che continuano a far ‘pesare’ la loro forza contrattuale”.
E’ quanto scrivono i portavoce del MoVimento 5 Stelle alla vigilia del consiglio monotematico che si terrà domani mattina – lunedì 27 settembre – a Campobasso.
“Già nel verbale del 18 maggio 2018 – proseguono Greco, Primiani, De Chirico, Fontana, Manzo e Nola – al termine dell’incontro tra il tavolo tecnico e il comitato per la verifica dei Lea, si sottolineava una fatturazione eccessivamente elevata a vantaggio dei due maggiori privati della sanità molisana. Elevata rispetto al budget, già importante, stanziato per ciascuna struttura: al Gemelli venivano erogati 4,3 milioni in più, mentre al Neuromed ben 20,9 milioni di eccedenza rispetto al budget ordinario. Oltre 25 milioni di extrabudget insomma. E questa storia si ripete da tempo, nonostante le raccomandazioni provenienti dai ministeri. L’extrabudget drena necessariamente risorse dal comparto sanitario pubblico, incrementando senza soluzione di continuità il disavanzo. E ciò porta all’ulteriore conseguenza dell’aumento automatico delle addizionali Irap e Irpef. Una doppia mazzata per i molisani”.
Ed ancora: “A ciò va aggiunto che già nel 2013 c’è stato il primo monito alla struttura commissariale: occorreva fissare tetti di spesa per i privati, tenendo conto del reale fabbisogno della popolazione molisana. Il tavolo tecnico aggiungeva anche che bisognava porre un freno all’eccessiva mobilità attiva. In altre parole: la sanità molisana spendeva troppo per i pazienti di fuori regione, rispetto a quanto spendeva in proporzione per i cittadini molisani. L’ex commissario Giustini ha provato a fissare questi limiti massimi di spesa con un provvedimento datato febbraio 2020. Ma l’extrabudget diretto alle due strutture private non è mai, di fatto, diminuito. E a quanto pare non intende porvi rimedio il commissario Toma. Eppure, con la sanità sempre più indebitata, i Livelli essenziali di assistenza sono in continuo peggioramento, nonostante i 14 anni di Piano di rientro”.
“L’ultimo rapporto di Agenas sui Lea è drammatico – sentenziano i pentastellati – sono insufficienti, infatti, i risultati in settori cruciali, come la rete cardiologica per l’emergenza, la rete trauma, ma anche quella ictus e quella neonatologica, come è deficitario il sistema dei punti nascita. Ancora, non è dato sapere lo stato di attuazione dei servizi minimi presso le Case della Salute e gli Ospedali di comunità. Di sicuro non sono pienamente funzionanti neanche le Rsa. A ciò si aggiunga che non abbiamo avuto risultati più incoraggianti per un altro punto cruciale nel raggiungimento dei Lea: dovevamo ridisegnare il Cup e il governo delle liste di attesa. Non una parola, poi, da parte di Toma sul colossale fallimento del Piano Covid. Il Centro Covid, fortemente voluto dal Presidente e dal Dg Asrem Florenzano presso il Cardarelli, non è stato realizzato. Nonostante un aumento della spesa prevista, che ha praticamente raddoppiato le stime iniziali. Nonostante i 2 milioni spesi in attrezzature elettromedicali, necessarie al Centro, e i 500.000 euro investiti per rendere operative – sebbene fortunatamente ferme – le strutture modulari. Oltre 6 milioni di euro stanziati dal governo centrale non sono bastati, in sintesi, a dotare il Molise di una struttura dedicata a combattere quella bestia nera chiamata Covid. Ed ancora, resta da verificare il nuovo incremento di posti letto per Neuromed”.
“Per tutte queste ragioni, abbiamo chiesto e ottenuto un Consiglio monotematico – concludono – Di tutte queste emergenze nell’emergenza chiederemo conto al Presidente-commissario, invitandolo a ritirare il Pos 2019-21, che non le risolve. Occorre, a nostro avviso, una seria opera di concertazione per rispondere ai bisogni dei molisani, tanto per il Pos in discussione che per quello riferito al triennio 2022/24. Coinvolgere il Consiglio, gli operatori del settore e le amministrazioni locali non è un esercizio di stile: è necessario. Così come è ormai improcrastinabile rivedere i contratti scaduti con i privati accreditati, fissando e ristabilendo le giuste priorità: il sistema sanitario regionale, pubblico e privato, non può e non deve trascurare le esigenze di cura dei cittadini molisani”.