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  • Profughi a Schiavi, Matrix: «Partiamo con venti arrivi, ma in futuro…»

    SCHIAVI DI ABRUZZO – «Partiamo con venti profughi, ma per il futuro non posso assicurarvi nulla, perché dipende anche dai costi di gestione della struttura. Dobbiamo fare due calcoli e poi decideremo».

    Così ieri sera Simone Caner (primo a destra nella foto, ndr), legale rappresentante della cooperativa Matrix, ha chiuso il suo intervento nel corso dell’accesissima riunione, iniziata quasi con una rissa, sull’imminente apertura di un centro di accoglienza profughi a Schiavi di Abruzzo.

    In un primo momento si era parlato dell’arrivo di sessanta o settanta migranti, valore presunto e ricavato dalla capacità ricettiva dell’immobile sul Monte Pizzuto che ospiterà il centro. E ieri Caner ha confermato che la struttura ha quella ricettività, ma in questa prima fase di avvio e visto anche il clamore mediatico che la notizia ha suscitato in paese, si faranno arrivare a Schiavi non più di venti profughi. Dato, questo dei venti, confermato anche dalla Prefettura al sindaco Luciano PilusoA DESTRA SIMONE CANER

    Saranno “solo” venti, dunque, i richiedenti asilo ospitati sul Monte Pizzuto, ma ieri sera, nel corso della riunione, più di qualche residente ha fatto notare che anche venti nuovi arrivi rappresentano una percentuale significativa rispetto alla popolazione che abita nel centro storico (parliamo di nemmeno duecento persone, ndr). A Palmoli, ad esempio, ne sono ospitati settanta, ma con una popolazione residente di mille abitanti. Percentuale ben diversa da quella che si avrebbe a Schiavi.

    Ovvia l’obiezione a Matrix arrivata da alcuni imprenditori: «Una struttura grande come quella non si regge, economicamente, con solo venti ospiti. Avete idea di quanto spenderete solo di riscaldamento nei mesi invernali in una struttura così grande a mille e trecento metri di altitudine? Dunque che farà Matrix, aumenterà il numero dei migranti in futuro?».

    E Caner non ha fatto giri di parole: «Partiamo con venti, perché questa è la richiesta emersa nel corso di questo incontro con voi cittadini, ma per il futuro non posso assicurarvi che il numero non salirà».

    I profughi, inoltre, resteranno nella struttura per almeno sei mesi, cioè il tempo necessario ad ottenere i documenti da rifugiati politici. Poi ne arriveranno di altri e così via. Perché la struttura è stata affittata per circa quattro anni, Caner non ha saputo o voluto essere più preciso.

    20150129_173049In chiusura Caner ha aggiunto: «Con venti profughi potremo dare occupazione a poche persone del posto, con un numero più consistente di migranti le opportunità di lavoro sarebbero intuibilmente maggiori. Inoltre, se voi imprenditori romani, come mi pare di aver capito, avete una proposta alternativa, io sono disposto a tirarmi indietro, ovviamente dovete rimborsarmi le spese che ho già affrontato per l’immobile».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

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