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  • Programma operativo sanitario, Romano accusa: «I commissari hanno trasmesso l’aria fritta»

    L’altro ieri pomeriggio la struttura commissariale ha finalmente reso nota la bozza di Programma Operativo 2025/2027, il documento più importante – e atteso da mesi – da cui dipende la possibilità di salvezza di ciò che resta dell’organizzazione sanitaria molisana e della stessa Regione. La sopravvivenza finanziaria del Molise, infatti, è aggrappata ai 90 milioni di euro che la legge di stabilità 2025 del Governo Meloni ci ha promesso “a patto e condizione” che i Ministeri approvino il suddetto Programma e senza i quali l’unica prospettiva è la bancarotta.

    «L’attesa di mesi, però, è stata ripagata con una fumata nera, visto che la montagna non ha partorito nemmeno il classico topolino: è bastato leggere le prime due righe della lettera di trasmissione per scoprire che sotto la veste grafica tutta colorata e con i disegnini della copertina, non c’è una mazza, ovvero mancano gli elementi essenziali di ogni documento programmatico. – spiega il consigliere regionale di opposizione, Massimo Romano – Il P.O. infatti non contiene né la rete ospedaliera né quella delle malattie tempodipendenti, ancora al vaglio dei Ministeri, sebbene la rete ictus, che di quest’ultima è parte integrante e sostanziale, sia già operativa, continuando invece a mancare ogni garanzia di cura per i malati politrauma. Ugualmente non pervenuti sia il piano dei fabbisogni assistenziali che quello di copertura finanziaria. Morale della favola: i commissari hanno trasmesso l’aria fritta».

    «Che senso ha, allora, questa messinscena che potrebbe intitolarsi ‘sotto il vestito niente’, autorizzandoci, a questo punto, a pensare che alle nostre spalle si stia allestendo qualcosa di ancora più ‘pesante’ da tenere alla larga da ogni pubblicità? – va avanti Romano nella sua disamina – Per svelare l’arcano è sufficiente rimettere in fila i fatti. Ad aprile i commissari trasmettono a Roma la proposta di Programma Operativo per acquisire il parere dei Ministeri, conditio sine qua non per ottenere i 90 milioni di euro della finanziaria statale. A luglio, insieme ad Andrea Greco, ne abbiamo chiesto copia, ma i commissari ce l’hanno negata, per ben due volte, con la motivazione che, mancando il parere dei Ministeri, la proposta non avrebbe potuto essere diffusa. A settembre si scopre che quel documento, negato a consiglieri e assessori regionali, ai sindaci e persino alla Asrem, era invece circolato tra soggetti privi di ruoli pubblici e in condizione di potenziale conflitto d’interessi con gli enti del servizio sanitario regionale: non esattamente un banale incidente di percorso, quale che sia la prospettiva da cui si guardi l’altarino».

    «E così l’altro ieri, magicamente, i commissari hanno inviato alla Regione la bozza di Programma, nonostante continuasse a mancare l’ok dei Ministeri, di cui non c’è menzione. Perché, allora, stavolta l’hanno trasmesso, mentre a luglio l’hanno negato? – chiede polemicamente Romano – Per gettare abbondante fumo negli occhi che distogliesse l’attenzione dalla fuga di notizie e il traffico di relazioni tra pubblici ufficiali e soggetti non titolati a metterci il naso. La domanda è quanto mai legittima: per quanto ancora la Regione, da una parte, e il Governo, dall’altra, consentiranno ai commissari di prenderci per i fondelli, mettendo a repentaglio anche lo sblocco dei 90 milioni della finanziaria statale?».

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