Il contagio è avvenuto e l’infezione dilaga, si allarga sempre di più. Non è la cronaca del periodo pandemico, per fortuna, ma quella di un’epidemia culturale inoculata, nella città di Agnone, dal Centro studi Alto Molise “Luigi Gamberale”. Già, perché stando alle foto postate e che pubblichiamo, scusandoci anticipatamente per il “furto”, i «quattro amici al bar», come cantava il maestro Gino Paoli, si stanno moltiplicando di numero. Il secondo appuntamento culturale “Quattro libri al bar“, organizzato in sinergia tra il Centro studi e il “Caffè Letterario”, finalizzato a promuovere il piacere, anche sociale, della lettura, ha fatto registrare un sensibile aumento di partecipanti.

Il format è semplice, ma vincente: ci si incontra per un aperitivo e si dialoga sul libro che si sta leggendo in quel momento, sperando, appunto, di contagiare alla lettura anche gli altri partecipanti, che per la verità sono già tutti consumatori compulsivi, in senso buono, di quegli strani “strumenti” di un’altra era che resistono al dilagare dei social e delle visualizzazioni. Un esperimento di “resistenza culturale” che, considerati i numeri crescenti, potrebbe assumere i connotati di un fenomeno sociale.
Nel pomeriggio di giovedì, davanti ad uno stuzzicante aperitivo, sono state offerte ai partecipanti le letture di Rita La Posta da “La regina del sud” di Arrigo Petacco; Ida Cimmino con il sempre verde “Don Peppino Diana. Un prete affamato di vita” di Sergio Tanzarella e il celebre “Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam; Marcella Amicone con “L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi” di Gian Antonio Stella; e ancora Serena Di Sabato con “Le otto montagne” di Paolo Cognetti; Maria Pia Di Sabato, consigliato, “La saga di Diana e Wolfang. Il romanzo dei lupi della Lessinia” di Alberto Franchi.