RICEVIAMO da Antonio Tavani (Fratelli d’Italia) e pubblichiamo:
“Abruzzese di SERIE A, di SERIE B, di SERIE C…tu chi sei?”
Il Presidente #LucianoDAlfonso ha comunicato in questi giorni agli abruzzesi, tramite la stampa e “democristianissime” lettere ai Sindaci, che più o meno grazie al suo intervento arriveranno 26 milioni di € di rimborsi sulla bolletta elettrica, a ristoro delle gravi interruzioni di energia elettrica che hanno messo in ginocchio l’Abruzzo agli inizi di marzo. Onore a chi, come Il Centro per esempio, ha subito messo in evidenza come tali rimborsi siano AUTOMATICI e regolamentati dalla Autorità per l’Energia, in base al contratto di servizio tra ENEL (e/o fornitori di energia) e UTENTI FINALI.
Quindi la politica non ha fatto nulla. Nulla. C’è qualcosa che tuttavia potrebbe fare.
Potrebbe per esempio intervenire su quella parametrizzazione aberrante che stabilisce – sempre come riportato dal Centro oggi – condizioni differenti per utenti residenti in città, in paesotti, in paesini! Ecco proprio degli abruzzesi di Serie A, di Serie B e di Serie C dovrebbe occuparsi la politica Regionale e Parlamentare, magari per convincerci che il nostro diritto al risarcimento varia a seconda del numero di abitanti del luogo dove viviamo, lavoriamo, o abbiamo! Infatti se abiti a Pescara ti bastano 8 ore di blackout per maturare l’’indennizzo, se abiti a Francavilla te ce ne vogliono almeno 12, se abiti a Villa Sant’Angelo o Fara San Martino o in uno di quei 249 comuni al di sotto dei 5000 abitanti ce ne vogliono addirittura 16! Un diritto a metà insomma.
È facile dimostrare come le linee siano più obsolete in quella parte di Abruzzo più interna, più devastata e lì dove lo “Stato” (anche sotto forma di erogatore di servizi primari quali l’energia elettrica) dovrebbe essere più pronto, più rapido e più efficace nel rispondere. Invece è proprio lì dove lo “Stato” (leggi ENEL) si tutela e si assicura contro i più probabili danni, “prendendosi più ore di disservizio”. Non va meglio alle imprese e alle partite iva (4 ore a Pescara, 6 ore a Spoltore, 8 ore a San Valentino!).
Se sto facendo una dialisi o sono attaccato ad una macchina salvavita a Pescara l’elettricità che consumo (e che pago nella stessa identica maniera) vale molto di più, la mia vita vale il doppio di quella di chi è nelle mie stesse condizioni altri luoghi abruzzesi, meno popolosi. Lo stesso dicasi per le imprese, che soggiacciono alla stessa iva, alle stesse tasse, allo stesso fisco.
Il vero federalismo è quello da realizzare tra costa e zone interne, tra grandi centri e piccoli comuni. Solo con ampie zone franche e fiscalità di vantaggio riusciremo ancora a tenere gente e imprese abruzzesi attaccate ad un territorio che ha bisogno di essere governato, vissuto, guardato, manutentato per difenderlo dal dissesto, dalle frane e dalle calamità dovute anche alla sempre più diradata presenza dell’uomo. Solo con questo vero federalismo ci convincerete ancora a tenere aperte le nostre case, le nostre imprese, le nostre aziende “di paese”. Se poi ci chiuderete pure due buche sulle strade, invece di continuare a fare proclami, saremo tutti più contenti.