AGNONE. “Sono stato ricoverato undici mesi all’ospedale San Martino di Genova dove ho subito un trapianto di midollo osseo, donatomi da mia madre Tonina, che alla fine mi ha salvato la vita. In quel periodo ho capito il significato della vita e di come va vissuta in maniera intensa e in ogni attimo del nostro quotidiano. Ho capito l’importanza e i valori della famiglia che non mi ha mai abbandonato, ho capito cosa significa donarsi e donare agli altri senza riceve nulla in cambio e che per farcela bisogna essere i primi a non mollare”.
La testimonianza è quella di Alfredo Bartolomeo nell’aula magna dell’Istituto tecnico industriale ‘Leonida Marinelli’. Di fronte gli studenti delle classe quinte dello Scientifico, Itis e Alberghiero. La sua presenza, voluta in occasione della giornata di sensibilizzazione alle donazioni promossa dal gruppo Aido “Andrea Masciotra” di Agnone. “Nel 2013 ero affetto da una leucemia rara (aplasia midollare severa), senza il dono di mia madre oggi non sarei qui. Su dieci casi del genere alla fine solo tre riescono a farcela. Quando gli organizzatori mi hanno proposto di raccontare la mia vicenda, non ci ho riflettuto su due volte. In questo momento è facile pensare “tanto a me non accadrà mai” , ma vi assicuro che quando poi accade ti trovi appeso ad un filo e inizi a sperare, pregare che qualcuno possa rispondere al tuo disperato appello. Ecco l’importanza di essere iscritti a due associazioni come l’Aido e l’Admo, che in silenzio, senza squilli di trombe, rappresentano un’ancora di salvezza per tante persone in attesa di ricevere un trapianto”.
Un tema, quello delle donazioni di organi e tessuti, in Italia spesso snobbato dagli organi di informazione, ma che al tempo stesso innalza il tasso di civiltà di una nazione. “Si fa ancora troppo poco in merito alla cultura delle donazioni” spiega la sociologa Rita Viscovo, consigliera nazionale e presidente Aido di Isernia che poi ha snocciolato i numeri degli iscritti in Molise e nelle sezioni di Isernia, Agnone, Venafro e Macchiagodena, evidenziando che quella della sezione alto molisana garantisce i maggiori iscritti sul territorio. Tra gli interventi quello dell’anestesista-rianimatore Bruno Visocchi che ha relazionato sull’aspetto medico-giuridico e legale del percorso sulla donazione degli organi. Intervento dettagliato, esposto in maniera precisa e altamente professionale che ha incuriosito gli studenti.
Visocchi ha riportato esperienze vissute nelle sale operatorie di Isernia e Venafro e inoltre ha spiegato il significato di morte celebrale, coma reversibile e irreversibile sui quali spesso “inciampano” anche i cronisti. Ed ancora, apprezzato l’intervento di Silvana Imbriaco, nelle doppie vesti di presidente Aido di Venafro e, in passato, donatrice di midollo osseo. “Il fatto che un corpo senza vita possa ancora servire a dare vita, lo trovo una delle più appaganti conquiste dell’uomo” la chiosa finale di Riccarda Sabelli, presidente dell’Aido Agnone che, non a caso, ha citato una frase di Andrea Camilleri. Insomma, nell’aula magna dell’Itis non un semplice incontro, ma una vera e propria lezione di vita.