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  • Riunificazione Abruzzo-Molise, Ruggiero: «Ai molisani non conviene»

    Tornare con l’Abruzzo? «Ai molisani non conviene». E’ questa l’opinione di Giovanna Ruggiero, giornalista molisana, che ha accettato l’invito dell’Eco di dare un contributo al dibattito sulla questione innescata dalla proposta lanciata da Fabio Mucilli con una lettera aperta ai due governatori.

     

    Caro direttore e collega del vicino Abruzzo,

    ti ringrazio per avermi tirato in ballo sulla questione “annessione Abruzzo Molise”. E tu sai già come la penso: non condivido.

    Per carità, il mio è un pensiero da cittadina semplice molisana. Non ho requisiti o esperienza politica per essere voce autorevole. Al contempo, da giornalista, sono perfettamente consapevole del fatto che i cittadini se ne fregano di questa discussione. Sono occupati a sopravvivere senza stipendio, a mandare avanti le loro famiglie, a crescere i loro figli senza soldi per un paio di scarpe nuove o per una visita oculistica. Anzi. In Molise si sta vivendo una situazione paradossale: il senso di “schifo” che i cittadini provano (dopo appena un anno e mezzo dalle elezioni regionali) nei confronti del governo locale a guida Pd, a causa della collusione tra affari e politica che mai come in questi giorni appare evidente a tutti tranne che alla magistratura molisana, ecco, questa situazione sta portando la maggior parte della popolazione a dire che forse è meglio sparire come Molise. ruggieroE’ un discorso che rimbomba sulla paventata chiusura della Corte d’Appello di Campobasso come sull’istituzione Regione. Forse è meglio andare con l’Abruzzo, dicono in molti. Come se questo servisse o bastasse ad eliminare lo schifo. L’architetto Muccilli apre, da uomo delle istituzioni, ad un dibattito serio. Arriva in ritardo. L’invito del vostro D’Alfonso al nostro Frattura c’è già stato. In Molise però il governo regionale, al momento, è occupato a risolvere questioni ben più penose rispetto all’annessione. Da noi si sta affrontando il dramma della centrale a biomasse dei soci del nostro governatore, ossia del marito del capo di gabinetto del presidente della Regione nonché segretaria di Giunta regionale. Ironicamente direi che si ha la sensazione che il vostro presidente voglia approfittare, e lo dico nel senso positivo dell’espressione, di questa classe politica molisana miope. D’Alfonso tenta di abbracciare il Molise per poter attingere alle nostre grandi risorse, come l’acqua, i governanti molisani trasformano questa splendida regione nella pattumiera dove poter continuare a seppellire i loro affari. Su un quadro più ampio, nonostante tutto, mi chiedo: razionalmente, è giusto parlare di perdita di autonomia in termini prettamente ragionieristici? Una collega molisana, in maniera ironica ma concreta, un giorno ha detto: “Andiamo con l’Abruzzo… i Chiodi ce li mettono loro, la croce la portiamo noi”. Come darle torto? Cosa e chi avvantaggerebbe l’annessione? Per noi molisani sarebbe deleteria. Capisco, ma non accetto, la spending review del governo nazionale: se oggi i finanziamenti statali si dividono tra 20 denari all’Abruzzo e 10 al Molise, la scomparsa della mia regione determinerebbe un risparmio. Basterebbero 20 soldoni appena alla nuova regione unificata e il gioco è fatto. Sono risolti i problemi dell’Italia? Non credo. E neppure quelli degli Abruzzi. Oggi abbiamo classi politiche, locali e nazionali, che non sanno più cosa sia la politica o, se lo sanno, non riescono a comunicarlo con atti e fatti concreti. Perché non si può toccare la riforma costituzionale o decidere l’esistenza o meno di una regione ragionando per proclami. Così come non si risolve il problema della disoccupazione mandando tutti in cassa integrazione. Le televendite bisognerebbe lasciarle agli addetti ai lavori, ma televisivi. Il Molise era annesso all’Abruzzo, ne era la provincia “sfigata”. Dall’autonomia ad oggi, checchè se ne dica, questo piccolo lembo di terra ha fatto grandi passi avanti. Non fosse altro perché, nonostante le dimensioni di territorio e popolazione, si è seduta ai tavoli che contano battendo i pugni per i propri diritti. Nomi abruzzesi quali Natali, Gaspari, Spataro e politici molisani della stazza di Camposarcuno, Colitto, Sedati, La Penna, Vecchiarelli, Di Giacomo (solo per citarne alcuni) non hanno voluto l’indipendenza del Molise (unica regione italiana nata dalla separazione) per un capriccio personale. Il Molise autonomo ha fatto, da allora, passi da gigante. Pensa, la nostra porta per la Capitale erano ancora i tornanti della montagna, ben ricca di banditi e rapinatori, da cui fu ricavata la galleria di Nunziata Lunga. Furono bonificate le paludi basso molisane e trasformate le cittadine confinanti con l’Abruzzo ed il Mare. La proposta del dottor Muccilli non ha bisogno di essere avvalorata perché si rivolge a due esponenti (D’Alfonso e Frattura) di uno stesso partito, il Pd, che già si è espresso più volte sull’inutilità della mia terra. Il perché? Per questioni di quattrini, che poi è un falso problema. Come se chiudere il Molise significasse mandare a casa i lavoratori della pubblica amministrazione impiegati nell’istituzione. Perché il risparmio, diciamoci la verità una volta tanto, sarebbe generato solo da alcuni milioni di euro delle spese generali dell’ente Regione e dalla riduzione di qualche dirigente. Altra cosa è la gestione associata dei servizi nell’ambito di una macroregione. Non riesco a trovare motivi razionali per concordare con una possibile annessione. Non riesco a spiegarmi perché noi molisani dovremmo sentirci ospiti dell’Abruzzo. Lo siamo già stati.

    Giovanna Ruggiero

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