Nei giorni scorsi, presso l’Hotel Quirinale di Roma si è tenuta la prima Assemblea Nazionale dei Comitati per la tutela della Salute nelle Aree disagiate, insulari e periferiche d’Italia, per un confronto comune, la condivisione del percorso, la creazione di un Direttivo Nazionale dei Comitati di settore, la promozione di iniziative Nazionali di tutela della Salute nelle aree periferiche e disagiate d’Italia, l’organizzazione di eventi che richiamino l’attenzione di Governo, Parlamento e Regioni sulle politiche sanitarie oggi in atto che penalizzano fortemente queste aree deboli del paese e non assicurano la tutela della Salute e l’uguale diritto di accesso alle cure rispetto al restante territorio della Repubblica. All’iniziativa hanno aderito circa 140 comitati, che sono stati rappresentati nell’assemblea, delle regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo/Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ha aperto i lavori Don Francesco Martino, a nome del Comitato Organizzatore firmatario del Documento di Volterra del 12 marzo 2016 , precisando che “Scopo dell’ incontro … è la difesa della sanità pubblica in tutte le aree disagiate e svantaggiate d’Italia per la garanzia effettiva, reale e concreta del diritto alla salute, sancito dall’art.32 della Costituzione in linea di principio, che sta rischiando seriamente di rimanere soltanto un nobile principio sulla carta. Siamo assolutamente per la garanzia nei nostri territori di una vera ed efficace sanità pubblica che assicuri veramente con servizi veri e funzionali questo diritto, ed è per questo motivo che un gruppo di noi abbiano già, in una dichiarazione comune presentata a Volterra il 12 marzo, cominciato a chiedere con forza al Governo, alle Regioni, a tutti gli attori coinvolti che quanto di oscuro a livello sanitario previsto nel Decreto 70 del 2015 per le Aree Particolarmente Disagiate sia precisato da un chiaro regolamento per la sanità ospedaliera e quella territoriale che puntualizzi con chiarezza la presenza di servizi veri, efficaci, garantiti, funzionali e veramente garanti dei LEA nei nostri territori, sia riguardo l’emergenza/urgenza, che il percorso nascita, la tutela della salute materno/infantile, la lungodegenza, i servizi territoriali di supporto come l’ADI ed altro ancora. Vogliamo accettare la sfida della riorganizzazione sanitaria proposta dal Decreto n. 70, ma non crediamo ad un’azione puramente di contenimento della spesa di natura economica; siamo d’accordo nella razionalizzazione del sistema che elimini doppioni e sprechi, ma crediamo che la vera economia sanitaria che assicuri il diritto alla salute sia una conseguenza di una organizzazione di veri e concreti servizi sanitari che garantiscano con sicurezza l’emergenza/urgenza, l’effettiva tutela della salute e l’accesso alle prestazioni con lo stesso livello di qualità in tutte le zone d’Italia. Crediamo che l’ottica del risparmio, perseguita oggi dalle Regioni nel pubblico, finalizzata a puri tagli a volte lineari produca servizi precari e carenti, generando insicurezza, paura sociale, mettendo in pericolo la salute delle persone, facendo fallire proprio la mission del Sistema Sanitario Pubblico, e aprendo di fatto le porte ad un mercato privato della salute che fa profitti sulla pelle dei poveri cittadini ma non assicura realmente la cura della persona se non a chi è più forte e a prezzi onerosissimi. Per questo motivo vogliamo richiamare Governo, Parlamento e Regioni alle loro responsabilità di tutela della salute pubblica per l’uguaglianza di tutti i cittadini della Repubblica come uomini e donne appartenenti e fondanti questo stato, e vogliamo farlo attraverso una grande manifestazione pubblica nel prossimo autunno qui a Roma”.
Sanità, don Martino: “Per risparmiare non si possono tagliare i servizi”
Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.