La Provincia di Chieti assumerà il coordinamento di un tavolo per elaborare e sostenere proposte modificative della riforma della geografia giudiziaria, che prevede la soppressione dei Tribunali Minori di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Questo alla luce dello slittamento al 2018 della chiusura dei presidi, resosi necessario poiché i tribunali dell’Aquila e Chieti, ancora inagibili dopo il terremoto del 2009, non sono ancora pronti per ospitare tutti gli uffici.
Lo annuncia il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, a margine della riunione svoltasi questa mattina nella sala Giunta del Palazzo provinciale alla presenza dei rappresentanti dei Comuni interessati, dei rispettivi ordini forensi e dei Comitati per la difesa dei tribunali minori che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con i parlamentari abruzzesi e i rappresentanti della regione intervenuti all’incontro.
“Abbiamo deciso di condividere un progetto credibile – spiega il Presidente Di Giuseppantonio – espressione dell’impegno di tutti i livelli di governo abruzzesi, degli ordini professionali e dei vari Comitati regionali e di intraprendere un percorso operativo che consenta una revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Questo però secondo criteri diversi da quelli adottati finora dal Governo, che non tengono conto affatto delle realtà territoriali bensì falciano servizi essenziali in nome della spending review. Sono due le priorità da seguire: al Senato chiederemo l’immediata calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la revisione della geografia giudiziaria e contemporaneamente verificheremo la possibilità del mantenimento degli uffici giudiziari consentita dal decreto Milleproroghe”.
L’Assessore provinciale delegato alla questione dei tribunali minori, Paolo Sisti, commenta così l’esito dell’incontro: “Siamo d’accordo sull’ipotesi della riorganizzazione degli uffici giudiziari se frutto di uno studio accurato delle esigenze dei territori, modulando l’assetto territoriale degli stessi secondo criteri che tengano conto dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e delle sopravvenienze, della specificità del territorio di competenza, avuto particolare riguardo alle infrastrutture ed ai trasporti ed alle distanze, e del tasso di criminalità organizzata e la proposta di legge che andremo a sottoporre al Parlamento si baserà su questi criteri. Per quanto riguarda la seconda ipotesi, il decreto Milleproroghe all’art 4 bis consente alla Regione di ricoprire un ruolo per il mantenimento delle sedi giudiziarie accollandosi spese non meglio dettagliate che andremo ad approfondire per verificare insieme se è una prospettiva percorribile e in che termini”.