• News
  • Un milione e mezzo di evasione fiscale, imprenditore denunciato

    Un 33enne isernino, dopo aver rilevato una società a responsabilità limitata operante nel settore delle pulizie civili ed industriali, per non incappare nelle maglie del fisco, ne aveva stabilito, fittiziamente, la sede legale a Roma, mantenendo la sede operativa in una frazione della città pentra.
    L’escamotage non ha ingannato le fiamme gialle, che hanno scoperto che all’indirizzo capitolino non vi era alcuna traccia della società, né del suo rappresentante legale.

    I militari del nucleo di polizia tributaria di Isernia si sono quindi concentrati sulla sede operativa, non rinvenendo però alcuna scrittura contabile. Il giovane imprenditore si è giustificato  dicendo di averle consegnate ad un professionista romano, nel frattempo nominato curatore fallimentare essendo stata l’azienda dichiarata fallita dal tribunale civile di Roma.

    I finanzieri sono comunque riusciti a ricostruire, dopo meticolosi accertamenti contabili, parte del fatturato del 2009, del 2010 e del 2011. Tirate le somme, sono stati accertati ricavi non dichiarati al fisco per circa un milione e mezzo di euro nonché violazioni all’imposta sul valore aggiunto per oltre 250.000 euro.
    Il legale rappresentante della società in stato di decozione, ha poi pensato bene di liberarsi di quei beni aziendali su cui i creditori avrebbero potuto rivalersi. Così, quando già la condizione di insolvenza dell’impresa era conclamata, l’indagato ha ceduto automezzi e beni strumenti per un valore complessivo di circa 500.000 euro.
    Per questo è stato denunciato per bancarotta fraudolenta e rischia fino a dieci anni di reclusione.

    Nelle ultime ore, gli stessi finanzieri hanno dovuto ricostruire, dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Isernia, le attività criminali di un altro imprenditore della provincia pentra, nei cui confronti, nel corso del 2010, era stata accertata l’emissione di fatture false per circa cinquecentomila euro, da parte dell’impresa di cui era il legale rappresentante. Rinviato a giudizio, l’imprenditore è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.