Bisogna fare due pesi e due misure, per una questione di giustizia ed equità, altrimenti, «senza fiscalità differenziata, non c’è montagna» che tenga. L’Uncem propone agli amministratori locali un ordine del giorno, da portare e votare in Consiglio comunale, relativo alla richiesta a Governo, Parlamento e Regioni di una «fiscalità differenziata per i territori montani, a beneficio di imprese, partite iva ed esercenti». Un vecchio cavallo di battaglia del sindaco di Capracotta, Candido Paglione, tanto per citare qualcuno, che guarda caso rappresenta l’Uncem in Molise.
In Italia oltre trecento Comuni montani, alcuni dei quali proprio in Alto Molise, non hanno più un esercizio commerciale o un bar e i pochi rimasti sono a rischio di chiusura. E’ la cosiddetta desertificazione commerciale, nello stesso tempo concausa ed effetto dello spopolamento. Per questo motivo l’Uncem e gli enti locali formulano la richiesta di «attivare misure concrete ed urgenti per contrastare la desertificazione commerciale in montagna». «Salvare e valorizzare i negozi sotto casa, il commercio di prossimità, nei piccoli Comuni e nei centri delle aree montane, è una necessità sociale, culturale, economica, politico-istituzionale» spiegano dall’associazione, secondo la quale «è determinante difendere e valorizzare i piccoli negozi, schiacciati negli ultimi due decenni dai supermercati e dai centri commerciali e più recentemente dalle piattaforme di e-commerce e consegna a domicilio di beni, che, comunque, oggi rappresentano modelli inadeguati sotto il profilo economico e sociale».
L’alternativa sono gli esercizi polifunzionali sono quelli nei quali il commercio al dettaglio è accompagnato anche da altri servizi che sono di interesse per tutta la collettività e le comunità dei territori montani, eventualmente in convenzione con soggetti pubblici o privati. Nei giorni scorsi il giovane Giorgio Paglione ha aperto uno di questi esercizi multiservizi, anche telematici, proprio a Capracotta.
«La presenza di questi esercizi fornisce un servizio essenziale per le popolazioni locali, contribuendo così a mantenere il presidio umano in territori a forte rischio di spopolamento. Una funzione sociale importante che richiede il sostegno pubblico» spiegano dall’Uncem. Perché nei piccoli Comuni montani il negozio è «un ancoraggio della comunità, un luogo di aggregazione prima ancora che di acquisto, un punto multifunzionale dove comprare alimentari, frutta, verdura, prosciutto e formaggi, biscotti e succhi di frutta, poi tabacchi e giornali. Punto dove si mantiene viva la comunità, luogo di incontro, dialogo, condivisione».
A fronte delle dinamiche in atto di chiusure e di desertificazione, si rilevano anche segnali positivi di nuove scelte di giovani che decidono di aprire imprese, negozi, avviare start up, newco, in particolare nei settori del turismo, della green economy, dei servizi innovativi, «credendo nel rilancio del territorio montano, quale luogo della “libertà”, della sperimentazione, dell’innovazione e della ricerca». Sono indispensabili, però, misure di contrasto allo svantaggio fiscale per le imprese, le partite Iva e gli esercenti che operano in montagna. La riforma fiscale e il disegno di legge sulla Montagna che il Governo e il Parlamento si apprestano a varare devono contenere apposite misure in merito. Questa è la specifica richiesta di Uncem. «Solo con misure vantaggiose, peculiari e differenziate per i territori montani sarà possibile compensare la naturale marginalità geografica e territoriale, colmando un gap che rischia di generare conseguenze dirette molto negative, con nuovo abbandono dei territori e aumento della povertà».
I Consigli comunali dei centri montani, allora, sono chiamati a votare l’ordine del giorno che «richiede l’individuazione delle “Zone a fiscalità di vantaggio” ovvero delle “ZES – Zone economiche speciali montane” che possono consentire allo Stato e alle Regioni di intervenire con opportuna differenziazione delle imposte». Nei Comuni montani, con particolare riferimento a quelli classificati ad alta e altissima marginalità socio-economica, si chiede che le imposte per imprese e per gli esercizi commerciali «siano azzerate». «Misure fiscali di questo tipo, di fatto, sono neutre sull’introito fiscale dello Stato, – precisano dall’Uncem – in quanto nelle condizioni attuali queste attività chiudono e non ne riaprono delle nuove». Il documento proposto dall’Uncem può essere discusso e approvato dal Comune, dalla Comunità montana, e può diventare strumento di discussione in assemblee pubbliche, associazioni e organizzazioni che operano sui territori montani, come appunto l’Alto Molise.
Francesco Bottone