AGNONE – Accordi di confine, secondo Paolo di Laura Frattura non c’è nessun mistero e nessun giallo, non sono stati firmati semplicemente perché è finita la legislatura e lui, da governatore, è tornato a fare l’architetto. Quindi le sorti dell’ospedale “Caracciolo” dipendono esclusivamente dalla tempistica elettorale e da chi, in quel momento specifico, si trova a sedere sulla poltrona di governatore del Molise. Questo ammette candidamente Frattura, senza provare nemmeno un po’ di vergogna. Se la sua amministrazione, in Regione Molise, fosse durata qualche mese in più ci sarebbe stata la firma dei famosi accordi di confine che avrebbero permesso, grazie ad aiuti economici e di personale dall’Abruzzo, di salvare l’ospedale agnonese. Gli accordi non sono stati firmati perché è scaduta la consigliatura in Molise e Frattura e soci erano impegnati con la campagna elettorale, mica potevano pensare alle sorti di un ospedale e al diritto alla salute di un intero territorio di confine. Lui poi non è stato ricandidato e quindi l’accordo con l’Abruzzo è rimasto lettera morta. Accordo che è stato buttato giù, nero su bianco, il 21 dicembre del 2017, alle ore 11,45, come risulta dal verbale in nostro possesso. Erano presenti, per la Regione Molise, Lolita Gallo – Direttore Generale per la Salute; Paola Sabatini – Direttore del Servizio Programmazione della Rete Ospedaliera Pubblica e Privata e dei Servizi Territoriali;e Antonio Lucchetti – Direttore Sanitario dell’A.S.Re.M. Per la Regione Abruzzo c’erano invece Angelo Muraglia – Direttore del Dipartimento per la Salute e il Welfare, l’ing. Italo Di Giuseppe – Dipartimento per la Salute e il Welfare / Servizio Governo dei Dati, Flussi Informativi e Mobilità Sanitaria/ Ufficio Mobilità sanitaria. E l’accordo bilaterale verteva appunto sulla «mobilità sanitaria interregionale». Nella sostanza l’accordo prevedeva, come ricordato in quella sede dalla Gallo, la possibilità di estendere le previsioni dell’accordo anche una stretta collaborazione tra le due Regioni in merito alla gestione dell’emergenza cardiovascolare, anche attraverso, testuale, «la creazione di un team tra operatori abruzzesi e molisani, al fine di favorire la cooperazione e la gestione coordinata dell’emergenza cardiovascolare». «Anche rispetto all’area territoriale afferente la città di Agnone (IS), considerata area montana di zona disagiata e quindi caratterizzata da condizioni geograficamente e meteorologicamente ostili, con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi di percorrenza, è auspicabile la collaborazione della Regione Abruzzo attraverso attività di supporto, presso il Presidio Ospedaliero di area disagiata “San Francesco Caracciolo” di Agnone, da parte di personale medico ed infermieristico abruzzese» ha dichiarato, messo a verbale, la dottoressa Gallo. Infine Lucchetti, direttore sanitario dell’A.S.Re.M., «in merito alle questioni riferite all’emergenza, già discusse, conferma le criticità esposte, e condivide le ipotesi di collaborazione tra le due Regioni». Insomma l’accordo già c’era tra i tecnici delle due regioni e delle due aziende sanitarie. Mancava solo il passaggio terminale, quello cioè di riportare il tutto su una delibera di giunta regionale sia a Campobasso che a Pescara. E invece così non è stato perché Frattura è tornato a fare l’architetto. Le sorti di una intera popolazione possono mai dipendere dalle personali vicende politico-elettorali dei singoli? Un ospedale viene smantellato o al contrario salvato e potenziato in base al culo che sta appiccicato a quella poltrona. Siamo alla follia. Comunque, visto che la bozza c’era e mancava solo l’ultimo passaggio, basta riprendere in mano quel documento, aggiornarlo e passare all’attuazione pratica. Subito.
Francesco Bottone