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  • Greenpeace contro gli allevamenti intensivi: la campagna diventa uno spot per la caccia

    “Il vero prezzo della carne”, è la campagna di informazione e di sensibilizzazione lanciata da Greenpeace contro gli allevamenti intensivi.

    «Chiedi all’Unione Europea e al Governo italiano di tagliare i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenere aziende agricole che producono con metodi ecologici», è il testo della petizione che accompagna la campagna di Greenpeace.
    «Il prezzo degli allevamenti intensivi lo paghiamo anche con la nostra salute. – spiegano gli ambientalisti – Antibiotici, malattie di origine alimentare, consumi eccessivi, infezioni batteriche: la carne che finisce nel nostro piatto può trasformarsi in un rischio. Eppure gli allevamenti intensivi continuano ad essere sostenuti anche con fondi pubblici. Un sistema che minaccia la nostra salute e quella del Pianeta non deve più essere finanziato con le nostre tasse: non possiamo più permetterlo. L’Italia – aggiungono argomentando – è il secondo paese in Europa per utilizzo di antibiotici negli allevamenti, con oltre 1.300 tonnellate all’anno. Gli antibiotici sono somministrati agli animali per prevenire le conseguenze di condizioni igieniche e ambientali inadeguate e insostenibili, che li sottopongono a forte stress e molta sofferenza».

    Una campagna, questa di Greenpeace, che, in ultima analisi, può essere condivisa anche dai cacciatori. Già, perché i cacciatori sono “produttori primari di selvaggina” e la carne che arriva dal bosco è biologica ed eco-friendly per definizione. Nessun allevamento intensivo per cinghiali, daini, caprioli e cervi, ci pensa la Natura, senza fondi pubblici e soprattutto senza costi ambientali in termini di consumo di acqua potabile o di suolo, senza antibiotici preventivi, carni di qualità superiore a quelle di qualsiasi animale allevato in cattività, e sempre a chilometro zero. Insomma, se Greenpeace è contro gli allevamenti intensivi per i motivi esposti, allora non può che essere favorevole alla caccia, perché la selvaggina è bio per definizione. E la caccia è l’unica alternativa all’allevamento, tra l’altro infinitamente più etica, per procurarsi carni di qualità.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

     

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