Solito pasticcio della Provincia e salta il controllo selettivo dei cinghiali.
Pessolano dell’ArciCaccia: «Una situazione di caos totale che evidentemente a qualcuno fa comodo».
Calendario venatorio alla mano la caccia al cinghiale in Abruzzo chiude oggi. L’emergenza, ovviamente, è ben lungi dall’essere stata risolta e ora, con le carabine chiuse nell’armadio, non potrà che peggiorare. Stop agli abbattimenti.
Da domani, secondo le previsioni, sarebbe dovuta partire una fase di controllo delle popolazioni di ungulati basato sulla caccia di selezione sperimentale, come previsto dall’art. 4 del calendario venatorio (vedi foto accanto, ndr).
L’inutile Provincia di Chieti, ancora una volta, ha combinato un pasticcio e dunque questa fase sperimentale di contenimento non partirà, non può partire perché si è ancora in attesa di pareri Ispra più o meno necessari e vincolanti.
«Purtroppo per incapacità gestionale della Provincia la selezione sperimentale non parte. – tuona Angelo Pessolano, presidente provinciale dell’ArciCaccia Chieti – Non possiamo ancora applicare l’articolo 4, perché dall’ente Provincia si sino ricordati di mandare le obbligatorie richieste ad Ispra pochi giorni prima delle festività natalizie. Quindi avremo le risposte solo dopo il 10 di gennaio. Non hanno nemmeno inviato la delibera per la caccia alla volpe. In pratica hanno mostrato inefficienza totale al contrario della provincia di Pescara che ha già fatto tutti gli atti utili a proseguire le azioni di controllo della specie cinghiale e volpe. Non si può andare avanti così. – aggiunge Pessolano (a sinistra nella foto in basso, ndr) – La caccia è ormai all’abbandono in provincia di Chieti. Speriamo la Regione si organizzi presto. Cedessero la gestione della caccia e dei territori (ZRC E AREE CINOFILE) agli Atc. Si diano da fare per riorganizzare un corpo di polizia regionale che si occupi del controllo e di far rispettare leggi. Non si può lasciare il territorio senza controllo, questa situazione è gravissima. Siamo arrivati al punto che ognuno fa un po’ come gli pare, certo di non rischiare niente per via dei controlli inesistenti. In un paese che si ritiene civile ciò non può accadere. In merito alla richiesta di proroga, avanzata dalla Copagri, non mi trovo molto d’accordo, perché le femmine di cinghiale in questo periodo sono tutte gravide. L’etica della caccia non vuole che si abbattono animali con cinghialetti in pancia. Il selecontrollo serve proprio a questo, a selezionare ciò a cui si spara. Siamo l’unica associazione venatoria regionale che sottolinea queste cose e le inadempienze della Provincia. Ad altri forse questa situazione va bene. L’Atc Vastese ha inviato quanto richiesto dalla Provincia: censimenti, attività di selecontrollo effettuata, piani di abbattimento e stime. E con quei dati la Provincia avrebbe dovuto, in tempo utile, inviare ad Ispra le richieste, per poi fare l’atto deliberativo che avrebbe permesso l’applicazione dell’art 4, come fatto da Pescara. Nulla di speciale».
Già, nulla di speciale. Ordinaria amministrazione, ma a Chieti evidentemente non sanno fare nemmeno quella.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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